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Senza monopolio diritti tv e in mercato aperto, la Serie A è spaventata

Il Sole 24 Ore: “è arrivata l’offerta del private equity Cvc ma che i club non si sentono pronti”. Dal Pino è un manager vero, il calcio italiano è un’industria per modo di dire

Senza monopolio diritti tv e in mercato aperto, la Serie A è spaventata

Sono giorni tesi per il calcio italiano. Il Sole 24 Ore scrive che è arrivata

sul tavolo dell’assemblea della Lega di Serie A l’offerta del private equity internazionale Cvc per il calcio italiano. Oggi sarà discussa la proposta.

Ci sono due settimane per trovare un accordo.

Il Sole scrive che però non tutti sono convinti. Il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino va avanti, lui ragione in termini manageriali.

Considera positiva la trattativa anche per l’impatto al business dei diritti tv della Serie A. I presidenti al momento non sarebbero invece ancora compatti nelle valutazioni. Alcuni sarebbero a favore e altri non ancora pienamente convinti dell’offerta.

Sarebbe – aggiungiamo noi – un balzo in mercato aperto.

Scrive il Sole che

nel frattempo, la Lega starebbe per scegliere nelle prossime settimane un advisor finanziario, al quale delegare la parte più complessa della trattativa, quella dell’analisi dei numeri in gioco e dei business plan.

In un primo momento l’esame è effettuato, come scritto, dalla commissione ristretta Agnelli Lotito De Laurentiis Percassi.

Scrive il quotidiano:

L’operazione di Cvc sui diritti tv dei prossimi dieci anni avrebbe una valutazione complessiva di 11 miliardi di euro. I diritti televisivi finirebbero in una “media company”, che poi verrebbe dotata di risorse con un aumento di capitale. Il private equity Cvc punterebbe a una quota compresa tra il 10 e il 15% della media company con una valutazione quindi di 2,2miliardi.

Si tratta di un importante giro di boa e che cade in un momento per nulla banale per la Serie A, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che sancisce il divieto per Sky di avere prodotti e canali di editori terzi in esclusiva su piattaforma online. Una pronuncia, questa, che va a colpire alle fondamenta il modello con cui sono stati attribuiti i diritti tv nell’ultima tornata e che hanno portato Sky e Dazn a spartirsi la Serie A assicurando, insieme, 973 milioni annui più bonus, per il triennio 2018-21. Per quel prodotto (7 partite a settimana) Sky ha messo sul piatto 780 milioni annui. Evidente che, senza esclusiva multipiattaforma, quel valore non potrà essere replicato dalla pay tv.

Per il Sole si tratta di uno svilimento del valore del prodotto Serie A. Che potrebbe aprire la porta al canale della Lega da sempre sponsorizzato da MediaPro.

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