Renzi: «Il calcio è un valore sociale e un business. Intollerabile il protagonismo di Spadafora»

Al CorSport: «Sto con Gravina. Sono appena duemila i posti occupati in terapia intensiva. Bisogna riaprire. I diritti tv non sono un’invenzione italiana, mantengono il calcio di tutto il mondo»

Dialogo tra Montalbano e Renzi sull’Italia sua

Il Corriere dello Sport, con il direttore Ivan Zazzaroni, intervista Matteo Renzi. L’ex presidente del Consiglio si dice preoccupato del fatto che il pensiero che sta prendendo piede è che lo sport sia nemico della salute.

«Lo trovo aberrante. Per anni abbiamo abbinato il concetto di wellness all’attività sportiva, alla fisicità e ora, improvvisamente, neghiamo l’importanza dello sport che per di più allenta la tensione e ci aiuta a vivere meglio».

Ecco il suo pensieroRenzi.

«Premesso che il rischio zero non esiste, noi avevamo 4500 posti in terapia intensiva, tremila dei quali occupati».

Ma ora la situazione è diversa.

«Ora i posti sono 9.000, 2.000 quelli impegnati. Il numero dei contagiati è in calo. Bisogna fare i conti con una realtà che ci impone di riaprire l’Italia, sempre in sicurezza e con le restrizioni che si sono rese necessarie».

Il calcio, dice, è un indice di normalità

«e io non voglio vivere nell’eccezionalità fino al vaccino».

Il calcio garantisce luce.

«Il calcio è elemento di valore per l’Italia, deve riaprire con le giuste modalità. Chi si sta opponendo alla ripartenza del campionato lo fa per un’urgenza di visibilità, non per altro. Il calcio garantisce tanta luce».

Renzi si schiera apertamente dalla parte del presidente della Figc, Gabriele Gravina.

«Sono apertamente dalla parte di Gravina, la sua è una battaglia giusta di sopravvivenza, il calcio ha un valore sociale ed è anche business, certo, i diritti tv non sono un’invenzione italiana, mantengono il calcio di tutto il mondo. Il blocco mette a rischio l’intero sistema, ci sono società che potrebbero non riuscire a iscriversi al prossimo campionato. Il protagonismo del ministro Spadafora non è più tollerabile, io non l’ho apprezzato quando ha sospeso improvvisamente Parma-Spal, era l’8 marzo, se non sbaglio. Un’ora e un quarto di ritardo quando poco prima il premier conte aveva deciso che si poteva giocare. Mettersi di traverso, bloccare i giocatori negli spogliatoi è stata una mossa incomprensibile, assurda. Oggi ci sono tutte le condizioni per ricominciare fidandosi della comunità scientifica, si parla di test sierologici, di tamponi, di rischio 0,5. Sono certo che Vlaovic e Cutrone, che dal contagio sono passati, vogliano tornare a segnare per la mia Fiorentina».

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