Diritti tv, la Premier League pensa all’offerta diretta in stile Netflix

Ne scrive il Corriere dello Sport: i club inglesi stanno studiando l'ipotesi di bypassare le emittenti tradizionali per moltiplicare i ricavi

Saltare l’intermediazione delle emittenti tradizionali, e vendere il calcio in tv direttamente ai tifosi sul divano. E’ l’idea, nemmeno troppo nuova, che la Premier ha allo studio per moltiplicare gli introiti dai diritti di trasmissione del campionato più ricco del mondo. Una sorta di Netflix o, ancora meglio, di Amazon Prime Video (visto che Amazon è già nel mercato del pallone inglese).

Una prospettiva raccontata dal Corriere dello Sport, forse già dal 2022. Il calcolo che fa il quotidiano sportivo è il seguente: “la Premier League viene seguita da circa 200 milioni di appassionati in giro per il mondo. Ad un costo ipotetico di 10 euro al mese (cioè 120 all’anno) i ricavi schizzerebbero a 24 miliardi di euro all’anno, circa sei volte e mezzo quelli attuali”.

Ma è chiaro che aumenterebbero anche i costi, e soprattutto la Premier League dovrebbe assumersi il rischio di impresa. Che è poi il vero motivo per cui questa opzione non è ancora stata tentata, se non dalla Serie A, che “dalla stagione 2018/19, tramite il servizio Serie A Pass, offre tutte le gare del nostro campionato (in aggiunta ad altri contenuti, tra cui highlights, magazine settimanali e partite storiche) al prezzo di 7,99 euro al mese (o 49.99 per l’intera stagione). Il servizio è disponibile nei paesi dove non sono stati venduti diritti ad emittenti locali: Olanda, Croazia, Israele, Slovenia, ma anche Malaysia, Pakistan e altrove. In tutto, una quarantina di territori”.

Il punto però è che i club preferiscono guadagnare meno, magari, ma avere la sicurezza di un introito sicuro e non variabile da mettere a bilancio. Per poter pianificare gli investimenti senza ipotizzare le variazioni di un mercato diretto, per definizione sempre volubile.

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