La Roja di Luis Enrique perderebbe per esempio Iñigo Martínez e Oyarzabal. E nella selezione Euskadi ci sarebbe anche Llorente

Kepa o Unai Simón in porta. Odriozola, Unai Núñez, Iñigo Martínez e Yuri Berchiche in difesa. A centrocampo Illarramendi, Dani García, Raúl García e Muniain. In attacco magari Oyarzabal e Iñaki Williams, ma anche Fernando Llorente. Poi in panchina i vari Aitor Fernández, Aritz Elustondo, Yeray Álvarez, Ander Capa, Mikel San José o Aritz Aduriz, e Javi Martínez. Depennarli dalla lista dei possibili convocati di Luis Enrique è un esercizio di stile, ma mica tanto. E’ la nazionale spagnola parallela, la nazionale Basca.
Potrebbe nascere a breve, grazie all’accordo di governo messo nero su bianco dal premier spagnolo ad interim, il socialista Pedro Sánchez, e il leader di Podemos, Pablo Iglesias, firmato ieri. Si chiama “Coalizione Progressista. Un nuovo accordo per la Spagna” e prevede tra le altre misure, all’articolo 11, l’impegno a promuovere le “riforme necessarie per adattare la struttura dello Stato al riconoscimento delle identità territoriali” e ad “aprire i canali per promuovere la rappresentanza internazionale di Euskadi” nelle competizioni sportive.
Pichichi e Telmo Zarra hanno fatto la storia del calcio spagnolo e 9 dei migliori 30 marcatori della storia del campionato spagnolo sono Baschi. E nella Roja hanno giocato i vari Zubizarreta, Goikoetxea, Julio Salinas, Etxeberria, Julen Guerrero, Mendieta, Urzaiz e più recentemente i campioni del mondo Xabi Alonso e il “napoletano” Llorente.
Ora la politica apre uno spiraglio alle due nazionali spagnole.