Indegni i fischi a Insigne, il San Paolo sa tifare solo quando si vince

I fischi di mercoledì sera a Lorenzo Insigne sono indegni di un pubblico generoso e appassionato come pretende d’essere il pubblico del San Paolo. Ho accompagnato tanti ragazzi azzurri nella loro carriera: Juliano, Montefusco, Abbondanza, Improta, Musella, e poi Celestini, Carannante, Volpecina, Caffarelli. Gli ho voluto bene perché, tranne Totonno, carattere di ferro, insensibile ai […]

I fischi di mercoledì sera a Lorenzo Insigne sono indegni di un pubblico generoso e appassionato come pretende d’essere il pubblico del San Paolo.
Ho accompagnato tanti ragazzi azzurri nella loro carriera: Juliano, Montefusco, Abbondanza, Improta, Musella, e poi Celestini, Carannante, Volpecina, Caffarelli. Gli ho voluto bene perché, tranne Totonno, carattere di ferro, insensibile ai mugugni del San Paolo, lui che guidava la squadra col piglio e la classe del leader assoluto, gli altri soffrivano per la maglia azzurra. Ho conosciuto i loro tormenti, i sogni, le delusioni, le gioie assaporate. Ragazzi fantastici di una passione sconfinata ai quali il cosiddetto “dodicesimo giocatore in campo”, che dovrebbe essere la vera forza del San Paolo, e non lo è, non ha mai perdonato nulla per il semplice fatto che erano ragazzi “fatti in casa”.
Vedo parecchie partite del campionato inglese e mi commuove l’incitamento continuo, gioioso, sonoro dei tifosi delle squadre minori sostenute con grande passione sino al 90’ anche nelle partite largamente perdute, un attaccamento invidiabile. Lo Juventus Stadium, a parte le giornate del riprovevole razzismo, territoriale o meno, ribolle di passione per i colori bianconeri sino a diventare una tana “proibita” per gli avversari.
Tutta la storia del Napoli è accompagnata da un pubblico che molla la squadra nei momenti di difficoltà e che diventa persino crudele con i giocatori di casa. E’ la squadra, quando gioca bene, a trascinare il pubblico del San Paolo. Viceversa, il pubblico napoletano difficilmente trascina la squadra o, almeno, lo fa raramente, nei momenti difficili. E’ nelle difficoltà dei giocatori, nelle loro giornate storte, che si vede il vero amore del pubblico per i colori azzurri.
Mi sarei aspettato un applauso di incoraggiamento all’uscita di Insigne. Contro la Lazio ha deluso, non c’è dubbio. Ma nessuno, sugli spalti, ha avuto comprensione e solidarietà per un ragazzo di casa nostra che sicuramente ha sofferto per la sua serata negativa.
Al ritorno di Lorenzo al San Paolo mi aspetto un lungo applauso da un pubblico veramente napoletano. I figli “so’ piezz’ ’e core”. I calciatori di casa sono un po’ nostri figli. Gli vogliamo dare l’affetto che meritano?
MIMMO CARRATELLI

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