La lavagna / Mediano, regista e cannoniere: Ramsey, l’Hamsik dell’Arsenal

L’Arsenal, mamma mia. Da marzo a oggi, in ventuno partite, ha vinto 18 volte, pareggiato 2 e perso una. Eh. Resta la meno inglese fra le squadre inglesi, sempre che possiamo ancora definire il calcio inglese con l’etichetta del lancio lungo dalla difesa a scavalcare il centrocampo. In ogni caso, di questi lanci lunghi l’Arsenal […]

L’Arsenal, mamma mia. Da marzo a oggi, in ventuno partite, ha vinto 18 volte, pareggiato 2 e perso una. Eh. Resta la meno inglese fra le squadre inglesi, sempre che possiamo ancora definire il calcio inglese con l’etichetta del lancio lungo dalla difesa a scavalcare il centrocampo. In ogni caso, di questi lanci lunghi l’Arsenal ne fa meno che può, meno di tutti in Premier. La sua rete di passaggi corti è fitta, supera i 470 a partita, solo lo Swansea di Laudrup e il City di Pellegrini sono ancora più asfissianti. E’ il suo stile di gioco da quando alla sua guida c’è Wenger. Qualche fragilità nel palleggio andrà cercata a sinistra (un po’ come accadde con Schmelzer del Borussia al San Paolo), dalle parti di Gibbs, meglio ancora su Monreal se gli verrà preferito. Non avremo Maggio per creare da quel lato superiorità numerica, difficile ipotizzare un Mesto altrettanto aggressivo, bisognerà confidare nell’impeto di Callejon.

Potrebbe comunque essere una partita a specchio, la rete di passaggi del Napoli in serie A raggiunge la cifra di 486 a partita. Benitez ha lasciato intendere ieri che non vedremo un Napoli aggressivo come quello che affrontò il Borussia. Non lo vedremo perché Rafa ha individuato alcuni piccoli punti vulnerabili nel meccanismo di Wenger, e su quelli vuole costruire la sua partita. L’Arsenal soffre nella fase di ripiego difensivo dopo un attacco a vuoto. Manifesta qualche difficoltà nel ricompattarsi dietro la linea della palla, corre spesso il rischio di esporsi alla ripartenza veloce dell’avversario, caratteristica questa che al Napoli non manca. Ma se è vero che Benitez fa affidamento su questo aspetto, altrettanto vero è che Wenger conosce bene i piccoli limiti dei suoi, e probabilmente disporrà – almeno nella fase iniziale della partita – un avvicinamento cauto alla porta del Napoli. Sarei sorpreso, insomma, di vedere un Arsenal aggressivo sin dall’inizio. Oppure diremo che Wenger sarà stato davvero coraggioso. Molto dipenderà anche dalla personalità che il Napoli metterà subito in campo. Pochi lanci lunghi, si diceva. Ma tante verticalizzazioni. Soprattutto di Ozil, uno che quando ha il pallone tra i piedi fa sempre succedere qualcosa. Il passaggio profondo è anche nelle corde del gallese Ramsey, mediano, regista, il migliore incontrista di tutta la Premier: ha ripagato Wenger con 8 gol in 9 partite ufficiali. Un centrocampista completo con pochi paragoni. Mi viene in mente solo Hamsik. Con tante assenze nella batteria delle ali-mezzepunte (da Cazorla a Walcott, da Podolski a Rosicky), il peso dell’attacco è sostenuto principalmente dal centravanti francese Giroud, molto forte nel gioco aereo, ma non sempre preciso negli appoggi palla a terra, qualcosa insomma la butta via da solo. Ma è la sua stagione migliore ed è in grande fiducia. Mette molta profondità nel suo gioco il terzino destro Sagna, ne è testimonianza il dato (sorprendente, ma fino a un certo punto) che si tratta di uno dei giocatori andato più spesso in fuorigioco in Premier. Insigne potrebbe trovare spazi da quelle parti, sono certo che Benitez ha preparato la partita insistendo molto su questo aspetto.

Alle incursioni di Walcott che mancano, fa da supplente Gnabry, nato in Germania da genitori africani, un prodotto del vivaio. Wenger vorrebbe fare di lui la sorpresa della partita. Toccherà a Zuniga limitarlo e costringerlo a un gioco di ripiegamento difensivo per il quale il diciottenne potrebbe non essere ancora maturo. Wilshere gioca nella posizione di Insigne, ha un talento analogo, calcia poco in porta, ma prende un discreto numero di punizioni. Wenger tende a sostituire quanti più  trequartisti possibile, prima perché ne aveva tanti, adesso perché ne ha pochi e li fa rifiatare. Nelle ultime due partite, ne ha cambiati tre su tre. Con lo Swansea era avanti 2-0 e negli ultimi 12 minuti si è coperto mettendo dentro un mediano (Arteta) e due terzini (Jenkinson e Monreal). Stessa cosa con lo Stoke: avanti per 3-1 negli ultimi 17 minuti due mediani (Arteta, Miyhaichi) e un terzino (Monreal).

Va detto che in realtà, in fase difensiva, le verticalizzazioni l’Arsenal le soffre pure. A Koscielny va tolta la capacità di entrare in anticipo sottraendogli punti di riferimento in marcatura: paradossalmente andrebbe più in difficoltà con Pandev centravanti. Mertesacker, in forma straordinaria, non getta via un pallone e non ne sbaglia mai più di uno su dieci. E’ un errore credere che in nome del gioco l’Arsenal rinunci alla durezza. Già 12 ammonizioni e 1 espulsione in queste prime giornate di Premier. Negli anni scorsi Wenger è stato molto criticato per aver predicato il calcio champagne e aver poi razzolato calcio in stile olio di ricino. Flamini, per esempio, ha questa funzione qui. Chiudo dicendo che in Premier ha segnato 9 dei suoi 13 gol contro una difesa schierata, uno in contropiede e 3 su calci piazzati.

Il Ciuccio
#iosonorafaelita

fonte dati: Opta
Nell’immagine (tratta da www.tuttosport.com) i palloni giocati da Ramsey sabato contro lo Swansea (in giallo le occasioni da gol create, in rosso i tocchi sbagliati).

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