Benitez ha plasmato il Napoli con la sua tranquillità

La premessa al successo sul Borussia è la tranquillità con cui Benitez manda in campo la squadra senza caricarla di particolare tensione, spiegando il match, bandendo la parola paura. E’ questa la grande novità del nuovo Napoli. Una formazione che non si “adagia” sull’avversario e non se ne fa condizionare, ma lo previene prendendo il […]

La premessa al successo sul Borussia è la tranquillità con cui Benitez manda in campo la squadra senza caricarla di particolare tensione, spiegando il match, bandendo la parola paura. E’ questa la grande novità del nuovo Napoli. Una formazione che non si “adagia” sull’avversario e non se ne fa condizionare, ma lo previene prendendo il pallino del gioco (possesso-palla). Il Napoli di Benitez “fa” le partite. Semmai si preoccupino gli avversari.

Si è preoccupato Klopp rinunciando in partenza a una punta irresistibile e veloce come Aubameyang (10”9 sui cento metri) per schierare il più maturo e prudente Blaszcykowski e così dando via libera al Napoli sulla fascia dove il gabonese avrebbe prevedibilmente imperversato, mandando in sofferenza Zuniga. Sulla fascia, invece, hanno imperversato Zuniga (senza un avversario diretto pericoloso) e Insigne. Quando Aubameyang è entrato nel secondo tempo al posto dell’infortunato Hummels, l’attacco tedesco ha sprizzato scintille e Aubameyang ha colpito una traversa. Peggio per Klopp.

Il Napoli non dà più l’impressione di penare, non va in affanno, non si allunga pericolosamente, mantiene il controllo di tutto il campo. Così il Borussia ha perso la partita, incapace di ripartire contro il pressing alto del Napoli, contro gli arretramenti in massa degli azzurri sulle palle perse. Rare volte la squadra tedesca ha potuto innescare il contropiede. L’ha fatto più spesso il Napoli rubando palla e ripartendo, talvolta in palleggio, altre volte col lancio lungo, uno dei quali costringeva Weidenfeller al fallo di mano fuori area contro Higuain sulla fiondata di cinquanta metri di Insigne dalla retrovie. Questo Napoli “legge” rapidamente le partite. In più, il talento individuale (Insigne, Higuain, Zuniga) ha inciso concretamente sul match di mercoledì. Il sacrificio di Hamsik, Callejon, Behrami e Inler ha irrobustito il centrocampo dove la stella di Mkhitaryan si è subito spenta e Lewandoski è rimasto senza rifornimenti.

Sulla carta, la qualità tecnica del Borussia resta superiore e al ritorno ci aspettano in una tana incandescente. Ma il Napoli non è più la squadra che “soffre” gli avversari. Higuain, un centravanti che ha tutte le doti del calciatore completo, forza, ambidestro, colpo di testa, sa reggere il fronte offensivo come pochi altri attaccanti ed è venuto a Napoli per una riscossa personale. Sul piano tattico il Borussia non è riuscito a recitare la sua parte, né a trovare le indispensabili varianti, qualità che ha avuto il Napoli come le incursioni di Maggio coperte da Callejon, le sovrapposizione di Insigne e Zuniga, la maggiore incisività sulle fasce, la “feroce” protezione della difesa da parte di Behrami e Inler.

L’esame di laurea del nascente Napoli di Benitez è stato superato a pieni voti. Crescono l’autostima e la sicurezza quando il lavoro non è ancora compiuto, siamo all’inizio della stagione. Se la squadra manterrà la saldezza difensiva, il discorso-scudetto è aperto. Reina para e gioisce come un bambino ad ogni gol azzurro. Albiol è giunto a dare autorevolezza al reparto arretrato. Da applausi la resistenza di società e allenatore a trattenere Zuniga che, contro il Borussia, ha strabiliato, smettendo di essere il giocatore spesso fumoso che si incartava da solo sulla fascia. E, senza più titolarissimi, altro merito di Benitez, tutti gli azzurri della “rosa” si sentono pienamente coinvolti (notevoli i venti minuti finali di Mertens). E, ancora, via libera a Insigne, frenato lo scorso anno. Debutto con gol, e che gol!, in Champions. Un talento non più bloccato in panchina che ha scodellato un’infinità di passaggi in area e ha piazzato freddamente una punizione “alla Messi” e, Diego ci perdoni, “alla Maradona”.

La geniale scelta di De Laurentiis che ha portato Benitez a Napoli ha dato la svolta decisiva nel gioco, nella mentalità, nelle prospettive, nella ferma pacatezza della guida e nel feeling essenziale fra presidente e tecnico. E’ stato il punto di partenza del nuovo Napoli destinato a diventare una “grande”. Si va a cuor leggero a San Siro (domenica sera contro il Milan), sin prisa pero sin pausa, il ritornello della squadra che ha asfaltato i vicecampioni d’Europa, i castigatori del Bayern, i diavoli gialloneri di Dortmund. E scusate se è poco. Il Napoli ha raddoppiato dieci contro undici, ma aveva gestito magnificamente la gara undici contro undici. Il Borussia ha fatto solo tre tiri in porta, il Napoli ha avuto almeno tre altre occasioni per segnare a un passo dalla porta tedesca sui palloni continuamente messi in area da Insigne e Zuniga. Il Napoli è stato meraviglioso.
MIMMO CARRATELLI

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