Il declino degli esterni può indurre Mazzarri a cambiare modulo?

Il Napoli incassa a Milano la terza sconfitta in campionato, tutte fuori casa, rimanendo con la Fiorentina la squadra meno battuta dopo la Juve (due sconfitte). La difesa, sotto accusa per i due gol dell’Inter, rimane a sua volta la seconda miglior difesa (14 gol) dopo quella juventina (10). Delle squadre di vertice, il Napoli […]

Il Napoli incassa a Milano la terza sconfitta in campionato, tutte fuori casa, rimanendo con la Fiorentina la squadra meno battuta dopo la Juve (due sconfitte). La difesa, sotto accusa per i due gol dell’Inter, rimane a sua volta la seconda miglior difesa (14 gol) dopo quella juventina (10). Delle squadre di vertice, il Napoli è l’unico a non avere subito più di due gol in una partita.L’attacco azzurro è il terzo (29 gol) dopo quelli della Roma (38) e della Juventus (33). Nella classifica dei cannonieri, ci sono due azzurri nelle prime cinque posizioni (Cavani 11 gol, Hamsik 7). I punti in più rispetto all’anno scorso sono scesi a 9, ma è sempre un gran miglioramento. Sulla classifica pesano i due pareggi casalinghi (altrettante vittorie sfuggite), ma in casa il Napoli vanta il miglior bottino (20 punti) come la Fiorentina. L’anno scorso era sesto a 10 punti dalla testa (Juve e Milan), ora è terzo a cinque lunghezze dalla Juve capolista.

I numeri sono ancora incoraggianti. Si discute però se il Napoli sia “da scudetto”. Le sconfitte sui campi di Juventus e Inter tenderebbero ad escluderlo. Le due partite hanno avuto svolgimenti diversi. In soggezione il Napoli a Torino, arrembante a Milano. Però due sconfitte segnate da un calcio d’angolo (Caceres negli ultimi dieci minuti, Guarin nei primi otto). Pare sia un “vizio” della difesa azzurra. A Milano è stata una bocciatura sul risultato, a Torino sul gioco.

A parte la regolarità della Juve che va per conto suo, il Napoli può ancora battersi con le altre formazioni per conquistare la seconda posizione (Inter a +1). E’ l’obiettivo più realistico e da inseguire. Tuttavia sembra esserci un problema. La squadra non vola più sulle ali per l’appannamento di Maggio e l’eterno interrogativo sulle qualità di Zuniga. Poiché il “difetto” persiste da tempo, molti sono dell’opinione che Mazzarri debba cambiare modulo di gioco, sostanzialmente passando a una difesa a quattro. Ma sono i giocatori con le loro caratteristiche a rendere possibile un modulo di gioco. Chi dovrebbero essere i quattro? Campagnaro, Fernandez, Cannavaro, Britos? E’ questa la soluzione? E’ una linea difensiva affidabile? Il centrocampo dovrebbe puntare su Maggio-Inler-Behrami con Hamsik a sostegno delle due punte Cavani e Insigne? Ma sono numerosi quelli che sostengono che cambiare modulo è un rischio perché il Napoli è ormai abituato a giocare con la difesa a tre.

Persistendo questa impostazione tattica, che tuttavia Mazzarri può correggere “in corsa” a seconda dell’andamento delle partite, come del resto ha già fatto, verrebbe da pensare che il Napoli dovrebbe cercare due esterni “freschi” al mercato di gennaio. Ma c’è anche l’esigenza di un vice-Cavani, per mettersi al riparo da eventuali indisponibilità del Matador, e forse di un difensore, però uno che sappia “comandare” la difesa, e questo è il “pezzo” più difficile da prendere. Poiché si fiuta l’annata favorevole per lo scudetto (ma la Juve ha tutta l’aria di non mollare nonostante l’impegno e lo stress di Champions), molti dicono: se non ora, quando? L’impressione è che il mercato di gennaio difficilmente possa risolvere i problemi del Napoli per vederlo in lizza per il primo posto. Non sarà un mercato di top-player e, se ce ne fosse uno (in quale ruolo?), chi dovrebbe fargli spazio mettendo a rischio la compattezza della squadra, in campo e nello spogliatoio?

Forse stiamo pretendendo dal Napoli più di quello che può dare e ci illudiamo che con un paio di “ritocchi” la squadra possa battersi per lo scudetto. Più volte gli azzurri, e i maggiori protagonisti soprattutto, hanno dichiarato di volere il massimo dei traguardi. Ma non sarà soltanto la straordinaria solidarietà di intenti e di gruppo a produrre la … sorpresa.

Mimmo Carratelli

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