Per Elkann la Juventus è questione di famiglia (Tuttosport)
Non si tratta di affari, ma di affetto. L'offerta di Tether sarà rifiutata al momento, è ancora presto per pensare a un passaggio di consegne.

Ferrari's Chairman and CEO John Elkann arrives ahead of the Emilia Romagna Formula One Grand Prix at the Autodromo Enzo e Dino Ferrari race track in Imola on May 19, 2024. (Photo by Luca Bruno / POOL / AFP)
John Elkann ha respinto l’offerta ufficiale da parte dell’azienda di criptovalute Tether (1,1 miliardi) per comprare l’intera quota della Juventus. Ma perché Elkann ha rifiutato? Di seguito, l’analisi di Tuttosport.
Il motivo per cui Elkann ha rifiutato l’offerta di Tether
Scrive il direttore Guido Vaciago:
Non sono affari, ma affetti, quindi non è una questione di soldi. La Juventus è un bene che si tramanda in famiglia, non è un’azienda, quindi non «è in vendita», ribadiscono da casa Elkann. Anche se il club è tecnicamente una società quotata in Borsa ed Exor possiede il 65,4% del pacchetto azionario con un valore preciso, resta inestimabile quello sentimentale e inscindibile il legame per John, che tutto quello che riguarda la Juventus lo ha imparato dal nonno Gianni. Il “grazie, ma no grazie” è arrivato a stretto giro. No, non c’è da aspettare la scadenza dell’offerta, fissata da Tether per il 22 dicembre: «La Juventus non è in vendita» è il messaggio, la cui asciuttezza non lascia grossi margini di interpretazioni. Non è una questione di soldi, d’altronde. La verità è che la Juventus non ha prezzo per chi ne possiede l’ampia maggioranza e la controlla con il 79% dei voti.
Non sono affari, è cuore, è famiglia. Nel senso stretto della parola, perché la Juventus è uno degli argomenti di cui John parla spessissimo con i figli Leone e, soprattutto, Oceano, appassionato di calcio e tifosissimo bianconero. È presto per pensare a un passaggio di consegne, è logico però attenderselo e che ce l’abbia in mente lo stesso John. È atteso un comunicato per lunedì e ci sarà, probabilmente, un Consiglio di Amministrazione straordinario per esaminare l’offerta depositata. Atti formali e di rispetto nei confronti dell’azionista di minoranza, la cui proposta verrà trattata con serietà, ma senza che questo alimenti alcuna speranza per la sua accettazione. Piuttosto potrebbe riprendere il dialogo, avviato a settembre, fra Tether e il management della Juventus (da Ferrero in giù) per capire come e in che modo mettere a punto una proficua collaborazione.











