Paolo Cannavaro: «Dissi in faccia a Benitez che stava smantellando il Napoli»

Alla Gazzetta: «Non mi pento della mia reazione per Napoli-Torino, mi fischiarono tutto il tempo proprio perché napoletano»

Aronica De Laurentiis Cannavaro

Gc Roma 20/05/2012 - finale coppa Italia / Juventus-Napoli / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Salvatore Aronica-Paolo Cannavaro-Aurelio De Laurentiis

La Gazzetta dello Sport intervista oggi Paolo Cannavaro che ha raccontato gioie e dolori dei suoi 8 anni a Napoli 

«Dissi al mio procuratore di non prendere in considerazione altre offerte. Volevo solo il Napoli, non mi importava della categoria. Eravamo in B e salimmo subito. Il giorno della promozione, dopo il pareggio con il Genoa, scoppiai a piangere. Avevamo fatto un piccolo passo per far tornare la nostra squadra dove merita di stare»

In 8 anni ne ha passate tante. Per esempio quel Napoli-Torino nel 2009…

«Fumomento brutto, una ferita che resta. Ero un bersaglio, proprio perché napoletano. Mi fischiarono tutto il tempo. E a fine partita esplosi: buttai una rimessa laterale nei distinti, scagliando la palla contro i tifosi. Ma non mi pento di niente, stavano attaccando un figlio della loro stessa città e non lo trovavo giusto».

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Pieni di soddisfazioni gli anni di Mazzarri. Poi nel 2014, l’addio. Colpa di Benitez?

«Ognuno fa le sue scelte. Lui scelse di smantellare la squadra precedente e rinnovare. Mi dispiace solo non aver avuto una chance per fargli cambiare idea, ma lui sa come la penso. Glielo dissi anche in faccia».

Paolo Cannavaro, facciamo un passo indietro. Come è stato crescere all’ombra di un fratello come Fabio?

«È stato un macigno. Poi sa, stesso ruolo, tanti confronti. Per molti ero “l’altro Cannavaro”. Ma me ne sono sempre fregato e ho imparato a conviverci».

Ha mai avuto paura di non farcela?

«Sono cresciuto nel Napoli e fino agli allievi non giocavo mai. Ma non ho mai avuto un piano B, volevo arrivare. Poi, quando ho avuto l’occasione di dimostrare il mio valore l’ho colta e da lì è partito tutto».

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