Oriali: «Mou e Conte sono meno difficili di quello che sembra, il carattere è un dono»

Alla Gazzetta: «Sanno carat­te­riz­zare le pro­prie squa­dre sino a con­qui­starne l’anima. In due mi chia­mano Gabriele, mia madre e José. È già successo di vivere sfide da avversari, nemici mai».

Oriali

Ni Napoli 09/02/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Gabriele Oriali

In vista della sfida di Champions tra il Napoli e il Benfica, la Gazzetta dello Sport ha intervistato Lele Oriali. Attualmente è il coordinatore dello staff tecnico di Antonio Conte, ma dal 2008 al 2010 è stato all’Inter con Josè Mourinho.

L’intervista a Oriali

«In due mi chia­mano Gabriele, mia madre e José. Non so per­ché, gli piace e piace anche a me. Per tutti sono Lele, ami­che­vol­mente, con­fi­den­zial­mente o anche no».

Lisbona sarà una trap­pola?

«Sta­dio fan­ta­stico per il Ben­fica e infer­nale per noi e per qual­siasi avver­sa­rio. Lui sa sem­pre dove met­tere le mani per fron­teg­giare le dif­fi­coltà. Già lo imma­gino, men­tre si inge­gna dopo averci ana­liz­zato».

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Mou­ri­nho e Conte, così dif­fe­renti eppure simili, con il desi­de­rio di sen­tire «rumori dei nemici» e scon­fig­gerli.

«Par­liamo di fuo­ri­classe della pan­china. Di alle­na­tori che sanno carat­te­riz­zare le pro­prie squa­dre sino con­qui­starne l’anima: per Mou­ri­nho e per Conte i cal­cia­tori si lan­ce­reb­bero nel fuoco e non è un modo di dire. Lo rac­conta il vis­suto dell’uno e dell’altro e le testi­mo­nianze di chi ha avuto modo di essere gui­dati da loro. Den­tro i tec­nici, ci sono valori umani forti. Sono “oltre”, mi creda».

Per­so­na­lità domi­nanti, non sem­plici da assor­bire.

«Meno dif­fi­cile di quello che sem­bra. Il carat­tere è un dono per chi ce l’ha e sia Mou sia Conte lo met­tono a dispo­si­zione dei club e delle squa­dre».

Arriva a Napoli dopo una riu­nione di fami­glia.

«Mi chiama Anto­nio e mi dice: dai, vieni. Io sto sopra ai 70, sono sem­pre stato a casa, a Firenze li avevo con me, da Parma tor­navo quasi ogni sera, da Bolo­gna in due ore e mezza rien­travo. Mi sem­bra troppo stac­carmi. E quindi con­voco moglie e figlie, spiego e dico: che fac­cio? Mi hanno messo le vali­gie davanti alla porta».

E si spo­stano loro…

«Una delle figlie è andata via ieri. Ho 4 nipoti, sento la neces­sità di stare con loro. Ma Napoli da cit­ta­dino che la vive è stata una sco­perta straor­di­na­ria. Stare qua è fan­ta­stico».

Cosa farà con Mourinho domani?

«Neanche un messaggio. Ci incroceremo allo stadio, direttamente lì, e sapremo parlare con gli occhi e con gli sguardi. È già successo di vivere sfide da avversari, nemici mai».

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