“Oggi i tifosi tollerano tutto, sono feccia. Quanto mancano i ribelli nel calcio come Maurizio Montesi”
El Paìs ricorda il centrocampista della Lazio vicino a Lotta Continua. "Chi osa essere sovversivo nel sistema calcistico di oggi? Nessuno"

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Chiedi chi era Maurizio Montesi. “Era un ribelle e un comunista – scrive El Paìs – La sua figurina Panini raffigura il volto di un Che Guevara romano: baffi alla messicana, sopracciglia folte e occhi cadenti pieni di luce e malinconia”. Cresciuto nella Lazio, e lì rimasto salvo una parentesi all’Avellino, prima di sparire dal calcio a 26 anni. La sua è una storia da romanzo, spesso dimenticata. Era legato alle formazioni extraparlamentari di sinistra, nel 1978 rilasciò un’intervista a Lotta Continua accusando i dirigenti dell’Avellino di utilizzare il calcio a fini clientelari e i tifosi locali di essere conniventi. Fu uno dei primi se non l’unico ad andare contro la “mafia” degli ultras. Fu squalificato per quattro mesi nella vicenda del Totonero per omessa denuncia. Nel 1984 fu arrestato a Londra per possesso di stupefacenti e nel 1992 fu condannato a 4 anni per traffico di droga.
Ma soprattutto, continua El Paìs “Montesi giocava un calcio diverso. Quello con maglie di lana numerate dall’uno all’undici, senza nomi sul retro, senza sponsor sul davanti. Il tipo di calcio in cui ogni partita si giocava la domenica alla stessa ora. Il tipo di calcio in stadi dove i posti non erano numerati. Il tipo di calcio – soprattutto – in cui un centrocampista della Lazio, membro del partito rivoluzionario Lotta Continua, poteva dire in un’intervista che il tifoso è un pezzo di merda che fa il gioco del sistema”.
El Paìs richiama il libro su Montesi scritto da Guy Chiappaventi (“La scomparsa del calciatore militante”) per riportare il messaggio al calcio di oggi. “Non si è più saputo nulla di lui. Oggi avrebbe 68 anni, se fosse ancora vivo. Se lo fosse, la sua prospettiva sul calcio attuale sarebbe interessante. Chi parla oggi? Chi si ribella pubblicamente? Chi davvero dice no a una Coppa del Mondo in Qatar e al fatto che la Fifa assegni a Trump un altro Premio per la Pace? Chi si oppone a una finale tra Spagna e Argentina giocata a Doha, come se i soldi non bastassero mai e ce ne fosse sempre bisogno? Chi osa essere sovversivo nel sistema calcistico di oggi?”.
“Ci manca Montesi – scrive il giornale spagnolo – Probabilmente aveva ragione. I tifosi tollerano tutto. Ecco cosa siamo: un branco di feccia. Ed è per questo che siamo in questo pasticcio”.











