Oggi i rigori sono una lotta psicologica, se ne calciano di più ma è più difficile segnarli (Libero)

"40 anni fa in Italia si chiudeva la stagione con 56 rigori calciati, l'anno scorso sono stati 104. Prima segnare era 'automatico', oggi i portieri sono più grossi e preparati"

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England's goalkeeper #01 Jordan Pickford makes a save in front of Switzerland's defender #05 Manuel Akanji (not pictured) during the penalty shootout at the end of the UEFA Euro 2024 quarter-final football match between England and Switzerland at the Duesseldorf Arena in Duesseldorf on July 6, 2024. (Photo by KENZO TRIBOUILLARD / AFP)

Come spiega Libero, i rigori – con le nuove regole – hanno smesso da tempo di essere un’esecuzione scontata e automatica. Sono diventati, piuttosto, lo specchio di un calcio che cambia: più spezzettato, più regolamentato, più condizionato dalla tecnologia e dalla pressione psicologica. Gli errori sempre più frequenti dagli undici metri, anche a livelli altissimi e in partite decisive, non sono casuali ma il risultato di un sistema che assegna più rigori, espone maggiormente chi calcia e riduce il margine d’errore. Un tema che attraversa competizioni, allenatori e squadre, e che racconta perché oggi il dischetto sia una prova di responsabilità prima ancora che di tecnica.

Sono cambiati anche i rigori, se ne calciano di più ma è più difficile segnare (Libero)

Ne parla così Libero:

C’è un momento, nel calcio, in cui tutto si ferma. […] Chiedere, per conferma, a Cristian Chivu e a Filipe Luis Kasmirski, tecnici di Inter e Flamengo, sconfitti rispettivamente in Supercoppa italiana, contro il Bologna (venerdì), e in Coppa Intercontinentale, contro il Paris Saint-Germain (mercoledì), per le brutte figure delle loro squadre nella lotteria dei rigori. […]

Il tiro dagli undici metri oggi è una lotta psicologica tra chi calcia e chi para, con tanto di tattiche e finte degli attaccanti (come il saltello di Jorginho), ma anche dei portieri (vedi Mike Maignan nell’ultimo derby di Milano, quando ha ipnotizzato Hakan Calhanoglu, invogliandolo a calciare alla sua destra, dopo essersi posizionato furbescamente a sinistra). Insomma: segnare dal dischetto non è più un gesto automatico, ma un esercizio di precisione, studio e sangue freddo. […]

Questo perché oggi se ne calciano di più rispetto al passato: se quarant’anni fa in Serie A si tirarono 56 rigori (nella stagione 1985/86, con 46 segnati e 10 sbagliati), nella scorsa stagione i rigori sono stati ben 104, con 80 gol e 24 errori. Il record di rigori di media concessi a giornata è invece di 4,92 a turno, stabilito nella stagione 2019/20. Merito, ovviamente, anche dell’introduzione del Var, che ha aumentato i cosiddetti “rigorini”, rendendo decisamente più comune l’assegnazione. […]

Non basta più centrare lo specchio della porta, perché i portieri di oggi sono più alti, più grossi, più esplosivi e preparati. Il rigore, quindi, va angolato al massimo, quasi accarezzando il palo, e calciato con potenza, senza lasciare al portiere il tempo di reagire. Indecisione e mezze misure non sono ammesse: un tiro centrale, o poco angolato, diventa un invito alla parata.

La rincorsa, lo sguardo, il respiro fanno parte del gesto. Poi, ovviamente, c’è differenza tra un rigore calciato nei novanta minuti, dove a presentarsi è sempre un rigorista, e quelli della lotteria, dove calcia chi se la sente”.

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