La visione meno egocentrica di De Laurentiis, un tempo si sarebbe tenuto la coppa tra le mani. A Riad no
Quanta differenza con Doha quando quasi voleva strappare la coppa dalle mani di Hamsik. A Riad fremeva per consegnarla a Conte, come scrive Repubblica

S.S.C. Napoli Chairman Aurelio De Laurentiis (L) holds with Napoli's Slovak midfielder and captain Marek Hamsik (R) the Italian Super Cup trophy following their football match against Serie A champions Juventus FC, at the Sheikh Jassim Bin Hamad Stadium, in the Qatari capital, Doha on December 22, 2014. The Italian Super Cup was contested between the 2014 Serie A Champions (Juventus) and the 2014 Coppa Italia Holders (Napoli). Napoli defeated Juventus 6-5 on penalties after a draw of 2-2 following extra time. AFP PHOTO / AL-WATAN DOHA / KARIM JAAFAR ==QATAR OUT== (Photo by KARIM JAAFAR / AL-WATAN DOHA / AFP)
La visione meno egocentrica di De Laurentiis, un tempo si sarebbe tenuto la coppa tra le mani. A Riad no
Qualcosa è cambiato, anzi più di qualcosa. Tanto se pensiamo alla foto di Doha quando – c’era ancora Benitez – il Napoli conquistò la prima Supercoppa dell’era De Laurentiis. E in quell’immagine ricordiamo De Laurentiis smanioso di sottrarre la coppa dalle mani di Mark Hamsik. Un De Laurentiis sempre verboso dopo le vittorie. Invece l’altra sera è stato insolitamente misurato, quasi irriconoscibile. Peraltro ci ha risparmiato i suoi elogi per il modello saudita terra che non ha sovrintendenze né laccioli burocratici. Evidentemente qualcuno ha spiegato al presidente anche perché. Fatto sta che il signor Aurelio ha dimostrato ancora una volta di avere una notevole capacità di apprendimento e di saper modificare i suoi comportamenti. Poi, chiaramente non è che possa avvenire uno stravolgimento. Il dente avvelenato con Luciano Spalletti ce l’ha ancora, non si può certo chiedergli uno stravolgimento di sé. Anche perché, diciamolo, Aurelio De Laurentiis funziona eccome.
Fatto sta che a Riad si è comportato da presidente, come si sarebbe comportato Saputo se avesse vinto il Bologna. Misurato e moderato, ha concesso ai calciatori e all’allenatore la giusta ribalta. Lo ha notato Repubblica che con Marco Azzi scrive:
Al fischio finale lo ha avvolto in un abbraccio, gonfio di riconoscenza e amicizia. Poi sul palco di Riad la scena cult, con la versione di Aurelio De Laurentiis meno egocentrica nei suoi 21 anni di vita spericolata nel calcio. «Dov’è Conte? Cercatemi Antonio». Il presidente aveva la Supercoppa italiana tra le mani e avrebbe potuto tenersela stretta, dopo averla ricevuta dal capitano Di Lorenzo. Invece fremeva per consegnarla al tecnico leccese, a cui è legato da un rapporto di stima non solo professionale e che ritiene il principale artefice del momento magic o che sta vivendo il Napoli.










