Giada D’Antonio porterà Napoli sulle piste da sci, il papà: «sarò lì con la pastiera, si resta napoletani ovunque ci si trovi»
Îl Giornale intervista il padre alla vigilia del debutto in Coppa del mondo della sedicenne di San Sebastiano al Vesuvio

Giada D’Antonio porterà Napoli sulle piste da sci, il papà: «le darò la pastiera, si resta napoletani ovunque ci si trovi».
Scrive Sergio Arcobelli sul Giornale:
A San Sebastiano al Vesuvio la neve non esiste. Eppure da lì, da una terra di sole e mare, parte la storia di Giada D’Antonio, 16 anni, che domani esordirà in Coppa del Mondo nello slalom di Semmering. Mai una ragazza napoletana era arrivata così in alto, così presto.
C’è tanta Atessa, forse anche troppa, per l’esordio in Coppa del Mondo di sci di Giada D’Antonio convocata in Nazionale ad appena sedici anni dopo i suoi exploit nelle gare minori. È napoletana, di San Sebastiano al Vesuvio.
Il Giornale – che fa l’audace accostamento con Tomba (anche lui di città) chiacchiera col papà di Giada.
Papà Fabio, dentista napoletano, con la voce di chi ancora fatica a rendersi conto di quanto stia accadendo. «È tutto miracoloso», ripete. Il trasferimento a Predazzo è arrivato solo quest’anno. «È stata una sua scelta. Noi l’abbiamo solo assecondata. Prima si allenava a Roccaraso, faceva viaggi lunghissimi. Quest’anno era diventato quasi obbligatorio». Con lei si è spostata anche la mamma Sandra, di origini sudamericane: «Come fai a far vivere da sola una ragazzina di 16 anni? È un sacrificio grande».
Lo sci, a Napoli, è un’anomalia. «Tutto è nato per caso. Io sciavo per diletto, ho portato i miei figli e da lì è partito tutto. Impensabile». Giada cresce veloce nello Sci Club Vesuvio, vince titoli giovanili nazionali, domina gare con sei secondi di vantaggio, batte anche i maschi. «È sempre stata tra le prime in tutte le discipline», racconta papà. «Ora la inseriscono nello slalom, ma è giovanissima: non si sa ancora dove potrà arrivare».
La chiamano Black Panther. «Era un gioco tra bambine dello sci club», spiega Fabio. «Poi il nomignolo è tornato fuori. Ora le piace, la rappresenta». Come il ballo, che Giada ama quanto lo sci: «Lo slalom è una danza», dice lei.
Fabio abbassa la voce parlando del debutto: «Non deve dimostrare niente. La pressione brucia i ragazzi». Poi sorride, pensando alla famiglia in viaggio: «Sarà la prima gara di Coppa del Mondo che vedrò dal vivo. Le porterò la pastiera. A Natale si resta napoletani, ovunque ci si trovi». Come Tomba, come i campioni venuti da lontano, Giada porta la città sulle piste.











