Lo scalatore Alex Honnold potrebbe morire in diretta su Netflix, il 23 gennaio
Lo scalatore di "Free solo" salirà senza corde di sicurezza su un grattacielo di vetro a Taipei, in diretta. Lo Spiegel: "Fin dove può spingersi l'intrattenimento?"

Chi ha visto “Free Solo” può già immaginare di cosa parliamo. Chi non l’ha visto lo recuperi in fretta, ha vinto anche un Oscar nel 2019. E’ il documentario che mostra genesi e riuscita della scalata di Alex Honnold su El Capitan, una famosissima parete verticale di 884 metri nel Parco Nazionale di Yosemite. Senza corde, senza attrezzatura di sicurezza, solo le mani. Nell’arrampicata si chiama appunto free solo. Un inciampo e vai giù: fine. Anche solo il documentario mette una certa inquietudine. Ecco, adesso Honnold ne farà un’altra: il prossimo 23 gennaio scalerà un grattacielo alto 508 metri a Taipei, una struttura fatta di acciaio e vetro, liscia, verticale. Gli hanno chiesto perché, lui ha risposto: “Perché no?”.
Il punto di questa nuova impresa è che sarà prodotta da Netflix e andrà online in diretta. Le telecamere – scrive lo Spiegel – riprenderanno Honnold da tutte le angolazioni. Se Honnold dovesse schiantarsi, il mondo intero potrebbe star lì a guardare”. Una possibile morte in diretta: è uno scarto di livello per il racconto dello sport in tv. “Si tratta della mia vita – dice lui – non mi interessa chi mi guarda. A me interessa fare il mio lavoro“.
“Honnold – continua il settimanale tedesco – ha generalmente una visione piuttosto pragmatica delle sue arrampicate estreme. Anni fa, disse che preferirebbe morire in un incidente piuttosto che sopravvivere a malapena e ritrovarsi con un corpo a pezzi. Ecco perché preferisce scalare pareti molto alte. Perché da lì, la caduta è più lontana. “In pratica, devi assicurarti di morire in caso di incidente”.
Honnold non sarebbe il primo a scalare il Taipei 101. Il giorno di Natale del 2004, l’alpinista francese Alan Robert scalò la facciata, ma era assicurato da una corda. E Honnold non ha mai scalato un grattacielo prima. L’esperimento lo affascina, dice che “l’approccio è fondamentalmente lo stesso. Arrampicarsi è arrampicarsi; si cerca di rimanere concentrati e di non cadere”.
Su una parete rocciosa, Honnold deve combinare diverse tecniche e movimenti di arrampicata per raggiungere la cima. Al Taipei 101, la sua sfida è invece ripetere gli stessi movimenti e appigli centinaia di volte. “I movimenti sono un po’ diversi, perché gli edifici sono molto più monotoni; si tratta sempre degli stessi schemi di movimento”.
Honnold dice che per lui la paura è spesso simile all’eccitazione o al nervosismo, o semplicemente “come una sensazione di formicolio. Diciamo, una certa irrequietezza. Posso prestarle attenzione o meno, potrebbe significare qualcosa o meno. Ma solo perché senti qualcosa nel tuo corpo non significa necessariamente che influenzi le tue azioni”.
Ovviamente ci sono un bel po’ di polemiche, Honnold e Netflix sono accusati di oltrepassare un limite. “Perché fin dove può arrivare l’intrattenimento? Il segreto del free solo è che le proprie capacità di arrampicata superano di gran lunga la difficoltà del percorso scelto. Honnold non tenterebbe la scalata della torre se l’impresa fosse troppo impegnativa per lui. Ma cosa succederebbe se cadesse davvero? Netflix ha presumibilmente preso in considerazione questo scenario e ha pianificato la trasmissione in modo che il pubblico non veda le riprese in caso di incidente”.









