Addio ai 102 punti per lo scudetto: la nuova Champions ha stravolto i campionati, ora ne bastano 84 (Libero)

Il Napoli lo ha vinto lo scorso anno con 82. Le gare extra portano maggior competizione tra i club in campionato, nessuna squadra in A ha mantenuto il comando per due turni consecutivi. 

Champions

Napoli's Italian defender #22 Giovanni Di Lorenzo lifts the trophy with teammates during a ceremony for the Italian Champions following the Italian Serie A football match between Napoli and Cagliari at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on May 23, 2025. (Photo by Carlo Hermann / AFP)

Con il nuovo formato delle competizioni Uefa, che prevedono più partite e maggiore stanchezza fisica e mentale da parte dei giocatori, servono meno punti per vincere un campionato. Il Napoli lo scorso anno ha vinto lo scudetto con 82 punti, quota su cui sta viaggiando anche l’Inter quest’anno.

Ora lo scudetto si vince con pochi punti, grazie alle competizioni Uefa

Claudio Savelli su Libero scrive:

C’era una volta il campionato dei record, delle Juventus da 102 punti o dei Napoli o Inter da fuga solitaria. Dimentichiamocelo, non è più cosa. Benvenuti nella serie A del “chi va piano, va sano e lontano”, della decrescita di punti che piace a tutti, anche se nessuno lo ammette. Con quattro sconfitte a Natale un tempo eri praticamente spacciato: oggi sei la capolista. Siamo di fronte a una mutazione genetica del torneo. Lo scorso campionato era il primo con la riforma delle coppe europee, questo è il secondo. Ed entrambi sono attestati sulla quota 82-84 punti per lo scudetto. L’Inter viaggia a 2,2 punti a partita: proiettato sulle 38 giornate significa 83,6 punti. Siamo in linea con gli 82 che hanno permesso al Napoli di cucirsi lo scudetto sul petto, soglia più bassa di sempre nell’era dei tre punti a venti squadre.

Non è un accidente statistico, ma la conseguenza diretta e strutturale dei nuovi formati Uefa, che hanno trasformato l’Europa e la Champions in campionati, e non più in coppe. Quelle gare extra, giocate a ritmi più alti rispetto a quelle interne, portano logoramento fisico e mentale, impongono rotazioni, passi falsi, pareggi sporchi o sconfitte di inerzia. Così alla soglia dei 90 punti si può serenamente dire addio e tarare le calcolatrici sulla nuova quota scudetto. Questa lentezza fa contenti tutti: l’Inter che può permettersi di perdere gli scontri con le due dirette rivali ed essere comunque prima; il Napoli che, nonostante il doppio impegno, è lì; il Milan di un amante della calcolatrice come Allegri; la Roma che può coltivare sogni più grandi del suo reale valore. È davvero il campionato di tutti perché la vetta solitaria è già stata occupata da quattro squadre in solitaria, e nessuna di loro ha mantenuto il comando per due turni consecutivi. 

Napoli in affanno per i troppi impegni

Scrive Vit­to­rio Zam­bar­dino per il Corriere del Mezzogiorno:

“Il Napoli non avrebbe biso­gno di par­tire per Riad, dove gio­vedì gio­cherà con­tro il Milan per la Super­coppa ita­liana. Nel deserto ago­ni­stico la squa­dra azzurra ci si trova già. Quella di Udine è la quarta scon­fitta in cam­pio­nato, set­tima se si aggiunge la Cham­pions, ma conta quello che si vede in campo. Il campo dice che il «calo di ener­gie» di Lisbona con­ti­nua”.

“Dun­que gio­vedì arriva la super­coppa. Vero, il Napoli è cri­vel­lato di infor­tuni. Ma anche que­sto dato si espone a dubbi sui cari­chi di lavoro e sulla gestione dei gio­ca­tori. Vero, il Napoli è vuoto di ener­gie ma viene da cin­que vit­to­rie. Poniamo la domanda nel mondo più ano­dino pos­si­bile: ma «avimma faticà e cchiù» non signi­fi­cava che biso­gnava por­tare la fatica fisica al livello che per­mette di avere con­ti­nuità di ren­di­mento a un livello, che cer­ta­mente non può essere sem­pre mas­simo, ma insomma almeno non avere inter­mit­tenze come l’albero di natale”.

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