Abodi voleva la squalifica di Folorunsho per gli insulti alla madre di Hermoso: «ci si nasconde dietro l’interpretazione della norma»
Intervenuto ad Atreju, il ministro dello Sport: «se a fronte di insulti non succede nulla, si è autorizzati a continuare a insultare. È contro le regole dello sport»

Roma 16/12/2023 - Atreju: Festa Fratelli d’Italia / foto Image nella foto: Andrea Abodi
Dal Atreju, il ministro per lo Sport Andrea Abodi è intervenuto sul futuro della Nazionale e sul tema degli insulti nei campi di calcio, partendo ovviamente dal caso Folorunsho e i suoi insulti a Hermoso, alla madre di Hermoso..
Le parole di Abodi
«Adesso c’è la Nazionale e c’è un obiettivo. Possiamo auspicare che all’interno del sistema federale, così come sta succedendo, si capiscano le ragioni di una crisi e si cerchino le soluzioni per superarla. Questo presuppone competenza, responsabilità e armonia all’interno del sistema. Tutti saremo vicini alla Nazionale per fare un tifo sfrenato, ne abbiamo bisogno noi che l’abbiamo vissuto e anche i giovani che non hanno mai visto la Nazionale ai Mondiali. Per estrarre il talento bisogna cercarlo dando opportunità, coltivandolo e avendo uno spartito e una metodologia che forse va rivista.
«Negli ultimi 20 anni ci siamo concentrati sul metodo di gioco, sul modo di stare in campo, ma ho la sensazione che i nostri ragazzi e le nostre ragazze non si divertano tanto. Il pallone deve presupporre il gioco organizzato, ma quando l’esasperazione dell’organizzazione toglie il piacere di giocare a pallone qualcosa si perde. Non credo non ci sia talento, ma non esce da solo, bisogna saperlo individuare»
Sul tema insulti:
«Se un professionista in campo insulta violentemente in maniera inaccettabile la mamma di un avversario, allora il sistema non quadra: non può finire a tarallucci e vino perché quello, al di là dell’educazione, è un comportamento antisportivo, è contro le regole dello sport. E abbiamo visto che molto spesso ci si nasconde un po’ dietro la burocrazia dell’interpretazione della norma»
«Il comportamento dei professionisti deve essere esemplare. Io non ho un’ossessione bacchettona, ma ritengo che ci dev’essere anche un meccanismo sanzionatorio che faccia capire che non va bene, perché se a fronte di insulti non succede nulla si è autorizzati a continuare a insultare. Se ci si insulta in campo in Serie A, ci si insulta ancora di più in Terza categoria, negli Under 15»











