A leggere la top 11 del Gran Galà del calcio sembra che lo scudetto l’abbia vinto l’Inter. Ma chi ha votato?

Cinque calciatori dell'Inter su undici: Dimarco che non si reggeva in piedi, Barella protagonista di una campionato anonimo e Lautaro protagonista di un campionato mediocre

Gran Galà del calcio

Db Milano 01/12/2025 - Gran Gala' del Calcio Aic 2025 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alessandro Bastoni-Federico Dimarco-Denzel Dumfries-Amir Rrahmani

A leggere la top 11 del Gran Galà del calcio, sembra che lo scudetto l’abbia vinto l’Inter.

Premesso che il Gran Galà del calcio, come più o meno tutti i premi, lascia il tempo che trova. Persino il Pallone d’oro che è arrivato a incoronare Dembelé miglior calciatore, quindi… Ma tanto parliamo di calcio, terra di cachi, e di conseguenza nel superfluo possiamo sguazzare. E così, non avendo granché da fare, siamo andati a leggere i premiati del Galà del calcio organizzato dall’associazione calciatori. Siamo andati a verificare perché scorrendo le fotografie e guardando le immagini in tv, abbiamo visto apparire molti ma molti calciatori dell’Inter e francamente ce ne siamo sorpresi. Come mai? Che cosa è successo? Sì, il premio di miglior calciatore della Serie A l’ha vinto McTominay, così come sul palco c’erano De Laurentiis e Antonio Conte. Anche perché, diciamolo, darlo a Inzaghi sarebbe stato imbarazzante. Però poi, abbiamo notato solo un altro rappresentante del Napoli e cioè Rrahmani. Per il resto, niente.

La formazione top undici del campionato, secondo il Gran Galà del calcio, è stata la seguente:

Portiere: Svilar (Roma)
Terzino destro: Dumfries (Inter)
Terzino sinistro: Dimarco (Inter)
Difensori centrali: Bastoni (Inter) e Rrahmani (Napoli)
Centrocampisti: Barella (Inter), McTominay (Napoli) Reijnders (Milan)
Attaccanti: Lautaro Martínez (Inter), Kean (Fiorentina) e Retegui (Atalanta)

Ricapitolando: cinque calciatori dell’Inter, due del Napoli, e uno ciascuno per Roma, Atalanta, Fiorentina e Milan.

Noi sappiamo chi è, e il ruolo che ha rivestito in Italia Massimiliano Cencelli col suo manuale, per cui capiamo benissimo che al 5-2 per l’Inter vanno aggiunti i tre premi speciali per il Napoli: miglior giocatore, miglior allenatore, miglior club. E siamo cinque a cinque.

Sì vabbè ma che c’entra? Ora vorremmo il capire il motivo della presenza di Lautaro nella top undici come attaccante. Ma perché? Ha segnato dodici gol, due in meno di Thuram. Ha avuto un ruolo marginalissimo lo scorso anno. Romelu Lukaku ne ha segnati quattordici e ha realizzato anche la rete che ha suggellato lo scudetto, il 2-0 contro il Cagliari. Per non parlare della rete decisiva per la vittoria 3-2 a Bergamo. E tra l’altro non c’è Orsolini.

Altro mistero glorioso: che ci fa Barella nella Top Undici? Barella sì e Anguissa no? Anguissa che lo scorso anno ha rivestito praticamente la stessa importanza di McTominay? E ha segnato anche sei gol (Barella tre).

Ma poi vogliamo parlare di Dimarco che lo scorso anno non si reggeva in piedi? Che veniva sistematicamente sostituito da Inzaghi? Ma chi li ha assegnati questi premi? Ufficialmente leggiamo dal sito del Gran Galà che “la giuria che decreta i premiati è formata da allenatori, arbitri, giornalisti, C.T. ed ex C.T. della Nazionale, ma soprattutto, dai calciatori della Serie A che, meglio di chiunque altro, possono giudicare compagni o avversari con i quali si sono affrontati direttamente sul campo”. Di più non sappiamo. Chi e quanti sono stati i votanti? Boh. Noi, che siamo andreottiani, e quindi crediamo che pensar male ci avvicini alla verità, ipotizziamo che siano stati premi stabiliti col Manuale Cencelli, senza alcun punto di contatto con quel che ha espresso il campo. Del resto anche questa meritocrazia ha un po’ stufato. Lasciateci fare i democristiani che ci viene così bene.

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