Vettel: «Senza imparare l’italiano, è dura alla Ferrari. Non tutti capiscono l’inglese, l’ho detto anche a Hamilton»

Al podcast "Beyond the Grid": «Avrei dovuto studiare di più l’italiano. Il cuore e la cultura del team sono italiani. Ci sono membri con cui non puoi entrare bene in contatto se questi non capiscono bene l’inglese»

Vettel Hamilton

Montmelo' (Spagna) 28/02/2019 - test F1 / foto Federico Basile/Insidefoto/Image Sport nella foto: Sebastian Vettel

Ventidue gare disputate, zero podi ed un distacco in classifica di ben 74 punti dal compagno di squadra Charles Leclerc. La prima stagione di Lewis Hamilton a bordo della Ferrari si sta rivelando estremamente al di sotto delle aspettative. Tutta questione di ambientamento? Solo il tempo può dirlo, ma sicuramente l’adattamento a una mentalità e ad una metodologia di lavoro diverse può rappresentare un aspetto cruciale. Una conferma in tal senso sono le parole rilasciate da Sebastian Vettel al podcast ufficiale della Formula 1 “Beyond the Grid“. Il tedesco ha rivelato di aver fatto una chiacchierata col sette volte campione del mondo e di avergli dato un prezioso consiglio.

Le parole di Vettel

Ecco un estratto di quanto dichiarato da Vettel sulla base della sua esperienza a Maranello:

«Il cuore e la cultura del team sono italiani. Ci sono membri del team con cui non puoi entrare effettivamente bene in contatto se questi non parlano o non capiscono bene l’inglese. Puoi trascorrere del tempo con loro, ma non li puoi capire nel profondo e questo è stato uno degli errori cruciali che ho commesso. Ho imparato l’italiano, ho seguito corsi e in un certo senso me la cavavo e capivo, ma non ero perfetto. Avrei dovuto studiare di più l’italiano, magari anche trascorrere più tempo in Italia per capire meglio la cultura, perché la cultura è fatta anche dalle persone. L’ho detto a Lewis, quando ha fatto questa mossa, gli ho detto: l’unico consiglio che posso darti, il miglior consiglio che posso darti è imparare la lingua, impararla davvero, davvero bene».

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Se Elkann avesse gli attributi, licenzierebbe Hamilton anziché criticarlo (Daily Mail)

Per Lewis Hamilton è la fine della sua carriera. Dovrebbe ritirarsi. Lo sostiene il Daily Mail in un fondo di Jonathan McEvoy. Le lancette dell’orologio lo hanno raggiunto all’età di 40 anni. A fine stagione, secondo l’autore, deve lasciare la Ferrari. Il pezzo è stato scritto prima del Gran premio di Las Vegas che peraltro è stato un altro fallimento con Hamilton decimo e Leclerc sesto.

Elkann cosa aspetta? Hamilton è un disastro

Scrive il Daily Mail:

In qualifica, è stato superato dal suo compagno di squadra in Ferrari, Charles Leclerc, 17 volte su 22. Ha totalizzato 66 punti in meno di Leclerc e, tra l’altro, il monegasco è un ottimo pilota di Formula 1, ma non è, ehm, Hamilton – il vecchio Hamilton, per intenderci. Non voglio mancare di rispetto a Leclerc. È un talento notevole, ma commette troppi errori per essere considerato “grande” la parola che è il complimento finale nella valutazione dell’eccellenza sportiva. I problemi di Hamilton da quando è arrivato in Ferrari sono troppo evidenti per essere raccontati nei dettagli ora. Basti dire che, a parte la vittoria in Cina, la sua stagione senza alcun podio è stata disastrosa. In Ungheria si è definito “assolutamente inutile” e ha detto che la Ferrari dovrebbe sostituirlo.

60 milioni di sterline per una stagione pessima in Ferrari

Ora, ecco un’idea. Come può vivere intascando 60 milioni di sterline all’anno per questo? (…) Hamilton si aggrappa alla speranza di poter vincere l’ottavo titolo mondiale, ma è un’illusione. Anche se la Ferrari progettasse una monoposto di successo l’anno prossimo, perderebbe comunque terreno nei confronti di Leclerc, come è successo finora. Hamilton è arrivato alla Ferrari sostenendo di aver bisogno di tempo per adattarsi. Era una tesi inconsistente.

La disparità all’interno del team riflette la realtà degli ultimi anni. Alla Mercedes, George Russell ha battuto Hamilton in due delle tre stagioni insieme. L’anno scorso, Russell lo ha surclassato in qualifica, nonostante lo sviluppo della vettura fosse guidato da Hamilton, non da Russell (con grande esasperazione di quest’ultimo). Di nuovo, si sentono attenuanti assurde. Lo stile di guida di Hamilton, si sostiene, non è adatto alle auto a effetto suolo. Questa non è una scusa per gli altri. Nessuno ha mai detto che Lance Stroll sarebbe stato un campione mondiale se le auto attuali non fossero state la sua passione.

Elkann dovrebbe licenziarlo dalla Ferrari

Il presidente della Ferrari John Elkann, che ha ingaggiato Hamilton con una trovata fantasiosa, ha affermato l’altro giorno che Lewis dovrebbe parlare meno e concentrarsi sulla guida. Va bene, ma se il signor Elkann avesse le palle, licenzierebbe Hamilton piuttosto che attaccarlo. Hamilton dovrebbe risparmiargli il disturbo e fare la cosa giusta, la migliore per la sua reputazione, e dirgli addio ad Abu Dhabi il 7 dicembre, con tutti gli allori ai suoi piedi per una carriera e una vita straordinarie.

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