Osimhen, Lookman e gli altri: la Nigeria è il fallimento di una generazione sprecata (Espn)
Le tensioni con la federazione, i ritardi nei pagamenti, la sfiducia degli sponsor, il boicottaggio dei calciatori: è un disastro politico, non solo calcistico

Nigeria's forward #9 Victor Osimhen celebrates after the victory at the end of the Africa Cup of Nations (CAN) 2024 round of 16 football match between Nigeria and Cameroon at the Felix Houphouet-Boigny Stadium in Abidjan on January 27, 2024. (Photo by Issouf SANOGO / AFP)
La Nigeria ha fallito per la seconda volta consecutiva l’accesso al Mondiale, un segnale di regressione sportiva che diventa ancor più grave se si considera il valore della generazione attuale: Victor Osimhen, Wilfred Ndidi, Alex Iwobi, Ademola Lookman, Calvin Bassey, Samuel Chukwueze, Taiwo Awoniyi, Frank Onyeka e altri giocatori che militano stabilmente nei principali campionati europei. Un patrimonio tecnico che avrebbe potuto segnare un ciclo competitivo, e che invece si ritrova senza un Mondiale giocato. Espn ne analizza il fallimento
Per la Nigeria l’ennesima occasione sprecata
Le speranze della Nigeria di partecipare alla Coppa del Mondo sono crollate e bruciate in modo drammatico domenica a Rabat, dopo che i calci di rigore sbagliati hanno causato l’eliminazione della nazionale nigeriana dalla Repubblica Democratica del Congo, lasciando più domande che risposte. Dopo altri 120 minuti di gioco senza che si riuscisse a trovare un gol vzieincente e il punteggio fosse 1-1, le squadre sono andate ai rigori, ma Semi Ajayi ha sbagliato il suo tiro e la Nigeria ha perso l’occasione di andare al Mondiale per la seconda volta consecutiva.
La partita con la Repubblica Democratica del Congo ha rappresentato l’ennesima occasione mancata. L’allenatore Eric Sekou Chelle ha riorganizzato la squadra, puntando su un approccio più fisico in mezzo al campo, ma gli equilibri collettivi si sono sgretolati nel corso del match. Il cambio ha dato i suoi frutti fin da subito, con Onyeka che ha portato in vantaggio le Super Eagles nei primi tre minuti. Eppure, nonostante un avvio energico, la squadra ha smarrito progressivamente il controllo del gioco, lasciando campo agli avversari e subendo il pareggio su una sequenza difensiva disordinata.
Da quel momento, il dominio del Congo ha messo in luce limiti strutturali: incapacità di gestire la pressione, scarsa lucidità nei momenti chiave, fragilità fisica dopo l’uscita di Osimhen. I tempi supplementari non hanno prodotto gol e il Congo ha vinto ai calci di rigore dopo che Ajayi dell’Hull ha sbagliato il suo tiro e Chancel Mbemba ha segnato il suo.
Osimhen e gli altri, in Nigeria una generazione non vedrà mai il Mondiale
La situazione assume contorni ancora più complessi se si considera l’assenza di Osimhen nel secondo tempo: la Nigeria, senza il suo terminale offensivo, ha perso profondità, ritmo e fiducia. La dipendenza da un singolo giocatore evidenzia limiti tattici e organizzativi più profondi. Sul piano generazionale, il bilancio è impietoso. Si tratta di un’intera generazione di giocatori che non scenderanno mai in campo in un Mondiale, incluso Osimhen. Una squadra che nei club compete ai massimi livelli, ma che non riesce a riprodurre lo stesso rendimento in nazionale. A ciò si sommano criticità sistemiche: un settore giovanile in declino, programmi di sviluppo ridotti, selezioni politicizzate, percorsi formativi discontinui.
La triste verità, ancora una volta, è che i problemi della Nigeria vanno oltre la mancata qualificazione a una o due Coppe del Mondo. Questi sono solo sintomi di problemi molto più profondi e, finché non verranno affrontati con decisione, è probabile che tra quattro anni si terranno altre discussioni simili.
Il nodo centrale resta amministrativo. Le tensioni con la federazione, i ritardi nei pagamenti, la sfiducia degli sponsor e l’incapacità di attuare riforme strutturali aggravano ulteriormente la crisi. Il boicottaggio dei giocatori per i bonus non pagati poco prima di questi playoff è stato ancora una volta sintomatico di problemi profondi che covano sotto la superficie.











