Mazzarri: «Nei momenti di difficoltà difendo i miei calciatori, perché sono loro che mi aiutano a vincere»

In una video intervista alla Gazzetta l'ex allenatore del Napoli: «Maggio, Lavezzi e Cavani, calciatori con cui avevo uno splendido rapporto, se devono parlare di me a qualcuno lo fanno con il massimo della riconoscenza»

Napoli Mazzarri

Db Milano 11/02/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Walter Mazzarri

L’ex allenatore del Napoli, Walter Mazzarri, ha rilasciato una video intervista per la rubrica Only Fanta della Gazzetta dello Sport

«Non ho mai smesso di guardare il calcio e di essere appassionato al calcio. Sono 23 anni che alleno e non posso non guardarlo tuti i giorni. A volte guardavo due partite in contemporanea. Ho allenato anche in Premier, ma in questo momento l’Italia è l’Italia. Poi ogni tanto mi chiamano i procuratori dall’estero e allora sono costretto a guardare altro».

Troppi 0-0 il calcio diventa noioso? 

«Il risultato di 0-0 può arrivare anche dopo una grande partita. A volte si può discutere su questa ossesione di giocare la palla in orizzontale. Ai tempi miei gli allenatori se davamo una palla in orizzontale si arrabbiavano. Oggi è molto questo e capisco che i tifosi a volte si annoiano»

Manca allenare?

«Mi manca allenare nella misura in cui, dovessi accettare la prossima offerta, io possa fare le cose che ho fatto nei primi sedici anni di carriera. Mi rimprovero di aver accettato cose che non avrei accettato prima. Se tornassi in gioco, nel rispetto dei ruoli, tornerei il Mazzarri di prima»

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Nuove esperienze in panchina?

«Mi hanno cercato in molti, ma dopo 23 anni che alleno avrò anche il diritto di poter scegliere. Posso dire che alcune squadre mi hanno cercato, ma c’era anche il problema della guerra in quelle zone. In un posto dove mi volevano a tutti i costi poi è stata lanciata una bomba. Dopo 23 anni di carriera, ripeto,  me lo posso permettere di scegliere anche se andare o meno in un posto più conscio».


Spesso venivo accusato perché trovavo scuse? 

«Quando le cose non vanno bene, mi assumo le responsabilità. Io penso a difendere i miei calciatori sempre, perché sono loro che mi aiutano a vincere, magari usavo delle scuse per non farli attaccare. Invece oggi vedo miei colleghi che attaccano i loro giocatori pubblicamente. A me non interessa fare bella figura come allenatore, io avevo sempre da proteggere la mia squadra perché i risultati me li hanno sempre fatti fare loro che mi hanno supportato. In un momento difficile io vado in sala stampa e proteggo loro, casomai poi il martedì vado negli spogliatoi e li attacco dove devo. Ma senza telecamere e senza che nessuno sappia quello che gli dico».

Mazzarri e il gesto dell’orologio

«Il mio gesto è diventato iconico. Io volevo recuperare il tempo oppure volevo il fischio perché vincevo. Noi giocavamo bene e per far risultato contro di noi se ne inventavano di ogni. Questo gesto ora è immortalato al San Paolo. Sarà diventato un “meme” e in questo senso possono anche farmi piacere».

Come allenatore faccio poco turnover? 

«Quando faccio i famosi schemi, li faccio con 22 giocatori e non solo con i titolari. Se avessi avuto l’alternativa a Lavezzi nel Napoli, per fare un esempio, avrei avuto un calciatore che faceva lo stesso lavoro. Il problema è la qualità, perché se il sostituto di Lavezzi non ha la stessa qualità c’è un problema. La differenza nel calcio la fanno i calciatori nella trequarti offensiva, l’allenatore può fare la differenza nel resto del campo. 

Quando facevo giocare i titolarissimi, se vedevate la rosa del Napoli, non potevo sostituire Lavezzi con chi avevo in panchina. Le rose di oggi, invece, sono molto più profonde e complete rispetto a quando c’ero io. Tempi diverse e rose diverse».

Rapporto con i giocatori del Napoli? 

«Maggio, Lavezzi e Cavani, calciatori con cui avevo uno splendido rapporto, se devono parlare di me a qualcuno lo fanno con il massimo della riconoscenza. Credo di essere stato l’unico a Napoli quattro anni con De Laurentiis. Sarri è stato tre anni ed anche gli altri che hanno vinto lo scudetto sono rimasti meno di me». 

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