Conte sapeva che il secondo anno, soprattutto dopo uno scudetto, è sempre difficile. A Napoli lo è ancor di più (Gazzetta)

Conte è un grande funambolo come Petit, forse più prudente e questo dovrebbe cambiare, perché quando osa e si interroga, dà il meglio

Napoli, Conte champions Damascelli catenaccio

Napoli's Italian Head coach Antonio Conte gestures during the Italian Serie A football match between SSC Napoli and Pisa SC at the Diego Armando Maradona Stadium in Naples on September 22 2025. (Photo by CARLO HERMANN / AFP)

Antonio Conte cammina sul filo sottile del suo Napoli, tra primo posto in Serie A e le incertezze europee. Marco Ciriello, sulla Gazzetta dello Sport, lo racconta come un funambolo, sospeso tra la ricerca di equilibrio e il rischio del crollo: nervoso, ma ancora capace di reinventarsi e resistere.

Antonio Conte e le difficoltà del suo secondo anno: i dettagli

Ecco cosa scrive la Gazzetta:

“Antonio Conte vive la sua demitizzazione napoletana nonostante sia primo in classifica in campionato e ancora in corsa per la Champions League, anche se a un passo dal burrone. È nella condizione del funambolo Philippe Petit quando deve attraversare il filo che ha steso tra le Torri Gemelle a New York, vede i fantasmi del suo passato: la cattiva riuscita in Europa delle sue squadre, quindi il vuoto, ma è quella la sua impresa e deve camminare sul filo. Resistere. Uscire. Vincere.”

 “È nervoso, basta riguardare le sue interviste pre e post gara con Como ed Eintracht Francoforte, ma è un allenatore pieno di risorse come ha dimostrato nella partita con l’Inter, schierando David Neres, punta che apriva la porta ai centrocampisti. Rispondendo con la fantasia, stracciando l’Inter con la fantasia tattica dove non aveva quella tecnica dei calciatori.”

“Quando Conte ha scelto Napoli sapeva che sarebbe stata una esperienza di grande difficoltà e crescita rispetto alle altre squadre che aveva allenato. Sapeva di andare a rifondare e a creare una identità calcistica che non vedeva mai la maturità, sussisteva ma non si radicava, ed ha scelto due volte di farlo: prima di vincere lo scudetto e dopo averlo vinto, con una forza da funambolo.”

Il tabù secondo anno

Sapeva anche che il secondo anno, soprattutto dopo uno scudetto, è sempre difficile, a Napoli di più. La storia dice che persino Maradona deluse i napoletani in Coppa dei Campioni, due volte non una. La seconda peggio della prima. Ma a Conte piace sfatare i tabù. Anche se il suo Maradona è caduto sul campo, Kevin De Bruyne, come il suo eteronimo calcistico, Romelu Lukaku, lasciandolo in balia di un’avventura. In un laboratorio alchemico-calcistico dove ad ogni partita vengono meno due elementi.

Eppure, come ha ribadito troppe volte, sta resistendo. Ha trovato in Eljif Elmas un uomo in più, dribblomaniaco ma non ancora così decisivo. Il problema è – come cantava Bruce Springsteen – che il Napoli fa un passo avanti e due indietro. Sembra essere strapazzato dagli eventi: le numerose partite, il doppio fronte, interno ed europeo, lasciano sul campo sempre un paio di uomini ad ogni partita. Un logorio fisico e psicologico.

Il parallelismo con Petit

“Che, però, riguarda tutte le squadre della Champions o dell’Europa League o della Conference, a livelli differenti. Una fase centrifuga dalla quale il Napoli esce sempre più stropicciato, ma resiste, ed è questa la forza di Conte, che fa anche bene a ribadirlo. Ma come direbbe Petit, che prima di essere duro con gli altri è duro con sé stesso: «Chi non vuole intraprendere una lotta accanita di sforzi inutili, pericoli profondi, trappole, chi non è pronto a dare tutto per sentirsi vivere non ha bisogno di diventare funambolo. Soprattutto non potrebbe».

“Invece, Conte è un grande funambolo come Petit, forse più prudente e questo dovrebbe cambiare, perché quando osa, si interroga e non sta concentrato su di sé, dà il meglio. Gli viene chiesto di scavalcarsi come ha fatto con l’Inter: meno lamenti e più fantasia; meno recriminazioni e più soluzioni d’invenzione . Chi esce sul filo è sempre ammirato. Nelle analisi delle partite con Como ed Eintracht invece si è ritratto. Conte può fare di meglio. Deve fare di meglio”

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