Vuoi vedere che un calcio con più energia e lanci lunghi non è poi così brutto? (Times)

Gli inglesi ormai si stanno arrendendo all'evidenza, i dati parlano chiaro: le costruzioni dal basso sono ormai preistoria

Guardiola manchester city

Cm Torino 11/12/2024 - Champions League / Juventus-Manchester City / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Josep Guardiola

In fondo bastava mettersi buoni, e aspettare: la bolla del possesso palla, le costruzioni da dietro, i tiki taka di varie forme e fattezze è infine scoppiata. In Premier, per giunta. Tanto che ormai nemmeno si contano più i pezzi d’approfondimento sul tema tattico, dai quali traspare sempre una certa fatica, uno stupore: ma davvero siamo tornati al contropiede? Ai lanci lunghi e ai calci piazzati? Ci torna anche il Times, che infarcisce la sua analisi del fenomeno di una marea di numeri e statistiche. E infine si chiede: “È questo il futuro, allora? Più calci piazzati? Più combattimenti fisici? Un calcio più incisivo e verticale? Un campionato più competitivo, forse? Sarebbe davvero una cosa così brutta?”.

“Il 28% dei gol in Premier League è arrivato da calci d’angolo, punizioni o rimesse laterali in questa stagione, la percentuale più alta dal 2009-10. Undici dei 16 gol segnati dalla capolista, l’Arsenal, sono arrivati ​​da calci piazzati diversi dai rigori: un’arma che, unita a una difesa potenzialmente da record, potrebbe consegnare alla squadra di Mikel Arteta il titolo di Premier League. Un record del 19% di tutti i gol segnati in massima serie in questa stagione è arrivato su calcio d’angolo. I lanci lunghi, una tattica poco utilizzata dagli anni ’90, hanno avuto una notevole ripresa, con otto gol segnati. Con meno di un quarto della stagione disputata, si sono già verificati più lanci lunghi (359, con una media di quattro a partita) che nell’intera stagione 2020-21″.

“Ovunque si guardi, sembra che la Premier League stia tornando indietro nel tempo. I passaggi a partita sono scesi al minimo storico da oltre un decennio; i lanci lunghi e i contropiedi sono in aumento. Dopo nove stagioni di declino, la percentuale di rimesse dal fondo calciate lunghe è aumentata dell’8% in questa stagione (al 48,4%). Persino il modesto calcio d’inizio, che alcune squadre stanno calciando direttamente in rimessa laterale per guadagnare terreno, non è stato immune al cambiamento tattico e culturale”.

“Dopo un decennio di supremazia ideologica, il calcio posizionale di Pep Guardiola, dominato dal possesso palla, incentrato sui passaggi e basato su un gioco di ruolo, sembra cedere il passo a un gioco sempre più influenzato da schemi di gioco su calci piazzati, fisicità e calcio diretto e di transizione. Ma perché ora? Dovrebbe essere accolto con favore? Oppure il ritorno della cautela, del contropiede e delle rimesse laterali lunghe è un passo indietro? Un’era di ideologia sta cedendo il passo a un’era di pragmatismo?”. Sono domande che il Times si fa sapendo già la risposta. Solo che non riescono ancora ad ammetterlo.

“Basta dare un’occhiata alla Premier League per un attimo e si notano cambiamenti simili in atto anche nei campionati minori inglesi. L’influenza di Guardiola su tutta la piramide è stata profonda: i numeri dei passaggi e dei passaggi completati sono aumentati vertiginosamente, mentre le squadre cercavano di costruire il gioco dal basso e di pressare dal basso”. E invece il cambiamento è in atto anche nelle serie minori.

“Anche gli allenatori più dogmatici, determinati a tenere la palla sul campo e a superare il pressing avversario, stanno iniziando a mettere in discussione vecchie certezze, Guardiola incluso. Il pressing – il motore delle transizioni – era arrivato a dominare il gioco in modo sconcertante. In questa stagione, tuttavia, è chiaro che gli allenatori della Premier League sono più propensi a eludere questa minaccia con lanci lunghi rispetto a molti anni fa. Anche le palle perse alte – un indicatore del pressing, definito da Opta come possessi che iniziano su azione e a 40 metri o meno dalla porta avversaria – sono in calo. Dopo un picco decennale di 16,7 palle perse alte a partita nel 2023-24, questa stagione le partite di Premier League sono in media 12,4, il valore più basso dal 2016-17”.

Siamo alle domande persino banali: “Perché fare il gioco degli avversari? (E perché chiedere a portieri e difensori di fare qualcosa che solo un numero ristretto di giocatori è in grado di fare?) Queste domande sono state poste negli stadi di tutto il paese per gran parte dell’ultimo quinquennio, quando le squadre a cui è stato chiesto di costruire il gioco partendo dalla difesa – “attirare” la pressione per trovare un compagno a centrocampo o un corridore dietro una linea difensiva alta – hanno spesso prodotto risultati disastrosi”.

“La domanda è se questo approccio più pragmatico – meno rischi, meno occasioni, meno gol su azione – stia producendo partite meno divertenti. O se sia questa la direzione in cui si sta andando. Allargando lo sguardo per un attimo, però, il quadro della Premier League appare più sfumato. Una conseguenza dell’attenzione ai calci piazzati è che, nonostante i tempi di recupero più lunghi e le partite più lunghe che mai, stiamo assistendo a meno calcio vero e proprio”.

“Un passaggio a un calcio più fisico porterà naturalmente a una partita più a singhiozzo. Forse stiamo assistendo a meno passaggi, tiri e gol, ma chi traccia una linea retta tra questi numeri e l’intrattenimento sta forse trascurando il valore di cose come la diversità tattica, l’equilibrio competitivo, l’ondata di energia che deriva dal vedere una squadra prendere la strada più veloce per raggiungere il gol?”.

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