Spalletti ha aperto alle condizioni della Juve, contratto fino a giugno e rinnovo automatico in caso di qualificazione Champions
Di Marzio riporta che domani mattina la dirigenza bianconera e Spalletti si incontreranno di persona per proseguire la trattativa

Italy's head coach Luciano Spalletti gives a press conference at the team's base camp in Iserlohn, on June 30, 2024, after they were eliminated by Switzerland in a round of 16 match of the UEFA Euro 2024 football championship. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)
Sky Sport in collegamento con Gianluca Di Marzio riporta diversi aggiornamenti sulla trattativa della Juventus per portare in panchina Luciano Spalletti dopo l’esonero di Igor Tudor
«Spalletti prima scelta. È l’allenatore con cui la Juventus sta dialogando, la trattativa è nel vivo. Ci sono stati dei primi contatti nella giornata di oggi. C’è stata una disponibilità da parte di Luciano a prendere in considerazione la Juve anche alle condizioni proposte dai bianconeri che sono un contratto fino a giugno, con rinnovo automatico in caso di qualificazione per la prossima Champions League. Non sarebbero arrivate richieste contrattuali a lungo termine. È chiaro che si sta trattando sulle richieste economiche per il contratto. Si sta trattando in maniera positiva. Domani mattina dovrebbe esserci un incontro di persona e la Juve vuole il nuovo allenatore in panchina già sabato.
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Spalletti ha grande voglia di tornare in panchina, grande voglia di rivalsa. La ferita della Nazionale è ancora aperta, l’aver chiuso in quel modo. Ha detto di no a varie offerte estere, Fenerbache, qualcosa in Qatar e anche in Italia e la Juve per lui oggi rappresenta la possibilità di essere ancora uno dei migliori allenatori del mondo»
Perché Spalletti merita la Juventus
Se la merita un’altra chance il signor Luciano. Gli romperanno le scatole a Napoli, forse anche gli juventini, per quel tatuaggio. A Napoli ha fatto ben più del suo dovere. Ha costruito una squadra vincente avendo ricevuto in eredità un ambiente e una squadra in disarmo dopo Gattuso. Fu lui, da solo, nell’estate dell’aspra contestazione a De Laurentiis, a metterci la faccia e a difendere la campagna acquisti dopo le cessioni di Insigne, Mertens, Koulibaly (cessioni che il popolo bue contestava). Ha portato lo scudetto che mancava da oltre trent’anni. Non può essere prigioniero di non si capisce cosa. Perché tutto è tranne che amore. E agli juventini che glielo chiederanno, basterà rispondere: «se dovessimo vincere la Champions, mi tatuerò pure quella».











