Il mercato faraonico ha distrutto il Liverpool: ma ce n’era veramente bisogno? (Telegraph)

Arriva la quarta sconfitta consecutiva del Liverpool. Slot ha tradito la bellezza della squadra campione per un improbabile salto nel futuro

Slot Liverpool Newcastle

Cm Milano 17/09/2024 - Champions League / Milan-Liverpool / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Arne Slot

C’è un paradosso nel Liverpool di Arne Slot: la squadra che solo pochi mesi fa sembrava aver trovato una formula vincente, oggi si guarda allo specchio e non si riconosce più. Da campione d’Inghilterra a squadra smarrita, sconfitta per la quarta volta consecutiva, travolta da dubbi e ripensamenti tattici. L’arte del cambiamento, a volte, rischia di trasformarsi in autolesionismo. E mentre i tifosi si interrogano su cosa resti del Liverpool di un tempo, Brentford ha offerto un doloroso promemoria: la bellezza del calcio è fragile, e basta poco per perderla. Ne parla il Telegraph  È difficile ricordare un campione d’Inghilterra che abbia mostrato così poco rispetto per il modo in cui ha vinto il titolo.

Sembra che il mercato abbia “vandalizzato” il Liverpool

Il “ritorno alle orogini” evocato da Slot sabato sera dovrebbe partire dal rispolverare il progetto tecnico 2024-25 e dal rendere di nuovo il Liverpool una squadra difficile da battere — un collettivo, non una somma di individualità. Il ritmo del cambiamento è stato vertiginoso: non solo nei nomi, ma nella trasformazione di un gruppo organizzato, sicuro e perfettamente sincronizzato in una formazione confusa, disfunzionale, surclassata da Brentford in corsa, nei contrasti e nelle idee. Solo quattro dei titolari presenti contro il Tottenham, il giorno in cui si festeggiò il titolo ad aprile, hanno giocato nello stesso ruolo nell’ultima desolante sconfitta di Londra. In parte è colpa degli infortuni, ma i cambiamenti strutturali sono evidenti fin dal Community Shield.

La formula con cui Slot aveva vinto il titolo era davvero così difettosa da richiedere una simile rivoluzione? Il Liverpool aveva certamente bisogno di rinforzi in ruoli chiave e aveva fallito in alcune grandi partite, soprattutto nelle coppe. Ma invece di un restyling leggero su una squadra campione, sembra che qualcuno l’abbia vandalizzata. Il Liverpool, forte della propria posizione, ha investito in sette nuovi titolari di qualità. Ogni annuncio di un nuovo acquisto è stato celebrato quasi come un gol decisivo, con la consapevolezza che rivoluzionare una rosa campione comporta sempre il rischio di fare passi indietro, a prescindere dal valore dei nuovi arrivi.

La fragilità del Liverpool contro i lanci lunghi e le palle inattive è allarmante. Contro Crystal Palace, Manchester United e Brentford sapevano cosa li attendeva, ma la loro risposta è stata ogni volta più remissiva. Giocatore per giocatore, il Liverpool è superiore a Palace, United e Brentford, ma in nessuna di queste partite lo si è visto: la squadra di Slot è sembrata schierata più per esaltare i punti forti degli avversari che i propri.

La debacle dei singoli

Florian Wirtz, per esempio, non è ancora pronto per giocare in un centrocampo a tre nel calcio inglese, e il suo impiego in quel ruolo contro il Brentford — dopo la miglior partita disputata in posizione più libera e larga contro l’Eintracht Francoforte — è stato sconcertante.

Milos Kerkez, sembra spaesato come un coniglio accecato dai fari, e l’assenza di Alisson Becker pesa almeno per due, forse tre, dei cinque gol subiti di recente.

Hugo Ekitike ha mostrato lampi entusiasmanti, ma Alexander Isak — che al Newcastle viveva dei cross di Murphy e Gordon — passa ora gran parte del tempo ad aspettare un pallone che non arriva mai. Il Liverpool sembra più preoccupato di non perdere palla che di lanciare palloni alti per i suoi attaccanti alti e forti.

E poi c’è Mohamed Salah, che molti continuano a ritenere avrebbe potuto portare il Liverpool in vetta se avesse sfruttato meglio le sue occasioni. Ma anche quello avrebbe solo mascherato problemi più profondi, come avevano fatto le prime sette vittorie stagionali. Per quanto il suo rendimento sia calato, le difficoltà della squadra vanno oltre il singolo.

Per ora, il Liverpool deve dimenticare la corsa al titolo. È lontano anni luce dai livelli dell’Arsenal e deve ricominciare a fare piccoli passi, prima di tornare a saltare.

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