De Zerbi sulla sconfitta del Marsiglia in rimonta: «Abbiamo pagato gli errori arbitrali»
Lo Sporting ha rimontato 2-1 quando il Marsiglia era in 10. A Canal+: «Credo che anche in 10 non abbiamo sofferto troppo. Ma l'arbitro non era pronto per una partita di questo livello».

Marseilles Italian head coach Roberto De Zerbi gestures during the French L1 football match between Metz and Olympique de Marseille (OM) at the Stade Saint-Symphorien in Metz, eastern France on October 4, 2025. (Photo by Jean-Christophe VERHAEGEN / AFP)
Il Marsiglia ha perso 2-1 in rimonta contro lo Sporting Lisbona. Gli uomini di Roberto De Zerbi erano rimasti in dieci per tutto il secondo tempo a causa dell’espulsione di Emerson Palmieri.
Le parole di De Zerbi
Ai microfoni di Canal+, il tecnico si è sfogato contro la gestione arbitrale del match:
«Credo che anche in 10 non abbiamo sofferto troppo. Poi loro hanno fatto entrare giocatori di qualità, che erano freschi e anche se eravamo in cinque dietro, abbiamo avuto qualche problema, ma ero abbastanza tranquillo, anche con un giocatore in meno. A mio parere, abbiamo pagato per gli errori arbitrali. Non mi è piaciuto il modo in cui la partita è stata arbitrata. Non penso che l’arbitro sia stato abbastanza bravo per una partita come questa. Non voglio parlare degli episodi in particolare ma, in generale, non era pronto ad arbitrare una partita di questo livello».
Il tecnico: «Faccio fatica a godermi qualsiasi cosa, non sono mai contento»
Il Corriere della Sera ha intervistato Roberto De Zerbi:
«È la prima volta che ne parlo: c’è un momento preciso della mia vita dove inizio a fare calcio per sistemare la mia famiglia. Passo dall’oratorio al Lumezzane e poi al Milan, fra il 1992 e il 1994, in coincidenza con la crisi economica in casa: siamo costretti a vendere la fabbrica di tappetini e passiamo anni molto difficili. A quel punto non scherzavo più. Uscito dalla Primavera, il giorno dopo la firma del primo quinquennale col Milan, ero in filiale a firmare il mutuo per comprare la casa ai miei genitori. Il calcio per me non è mai stato solo divertimento».
Questa tensione emotiva da calciatore le ha pesato?
«Mi ha tolto e dato. Mi nutrivo di quella motivazione: è stata un motore ma anche un freno perché quando sono riuscito a sistemare la mia famiglia ho avuto un down motivazionale. Ma quel modo di vedere il lavoro mi è rimasto dentro, come una spinta».