Aspettando Spalletti, la Juventus gioca con Yildiz dietro Vlahovic e Openda (e non in periferia come con Tudor)
Il traghettatore Brambilla schiera anche McKennie che piace molto all'ex ct della Nazionale. Koopmeiners se ne sta in panchina insieme a David

Cm Torino 16/09/2025 - Champions League / Juventus-Borussia Dortmund / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: esultanza gol Dusan Vlahovic
Aspettando Luciano Spalletti, la Juventus ospita l’Udinese (ore 18:30 allo Stadium) per la nona giornata della Serie A 2025/26. E dalle scelte di Brambilla s’intende già qualche indicazione su come intendere schierare la squadra il tecnico toscano. Ecco le formazioni ufficiali della partita.
Juventus-Udinese, le formazioni ufficiali
Juventus: (3-4-1-2): Di Gregorio; Kalulu, Gatti, Kelly; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Kostic; Yildiz; Openda, Vlahovic. All. Brambilla. A disp. Perin, Mangiapoco, Conceicao, Koopmeiners, Zhegrova, Adzic, Miretti, Rugani, Joao Mario, David, Pedro Felipe.
Lo ricordiamo, Khéphren Thuram non è nemmeno in panchina poiché infortunato.
Udinese (3-5-2): Okoye; Goglichidze, Kabasele, Solet; Ehizibue, Piotrowski, Karlstrom, Atta, Kamara; Zaniolo, Davis. All. Runjaic.
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Yildiz il nuovo Kvara, Vlahovic alla Osimhen: nasce la Juve di Spalletti (CorSport)
Manca solo la firma ufficiale perché Luciano Spalletti diventi il nuovo allenatore della Juventus. E il Corriere dello Sport ha ipotizzato con quale modulo potrebbe giocare il nuovo allenatore e quali sarebbero gli interpreti, paragonandolo anche al Napoli che vinse il terzo scudetto.
Come giocherebbe la Juventus di Spalletti
Il quotidiano scrive:
Primo bivio: 4-3-3 o 4-2-3-1? Due facce della stessa medaglia nella carriera di Luciano Spalletti, che ha costruito la sua fama sul secondo – in particolare con la Roma anti Mourinho intorno agli anni dieci – ma che ha vinto lo scudetto con il Napoli, il suo trofeo più importante, basandosi solamente sul primo. Solo in 36 situazioni ha utilizzato una retroguardia a tre che, di fatto, gli è costata l’esonero dalla Nazionale dopo la disfatta contro la Norvegia, con il 3-5-2 adottato in pianta stabile post naufragio contro la Svizzera agli Europei del 2024. Sarà bene dimenticarsi della confusione tattica per una svolta identitaria su cui Spalletti ha sempre potuto contare nel corso delle stagioni. Alla corte di De Laurentiis non è mai partito a tre dietro, con l’Inter in due occasioni.
Così potrà diventare determinante la possibilità di ricreare Koopmeiners e poi trovargli una posizione definitiva. La sua possibilità di galleggiare fra mediana e trequarti, senza un ruolo predefinito, può modificare un 4-3-3 in un 4-2-3-1 all’interno della stessa gara, senza dare riferimenti agli avversari. L’altro equivoco tattico sarà quello di Kenan Yildiz: con Thiago si lamentava di essere troppo defilato sull’out di sinistra, quindi non al centro del gioco come un dieci di siffatta stoffa, condividendo la trequarti con altri due come Koop e Conceiçao. La realtà corrisponde a una restaurazione ma con un altro comandante: Di Gregorio in porta, Kalulu e Cambiaso sulle corsie con il primo più difensivo (alla Di Lorenzo) e il secondo a correre sul binario, mentre Gatti e Kelly – o Cabal – in mezzo, in attesa di Bremer. Da capire chi potrà essere il regista, perché Locatelli ha altre caratteristiche (e Spalletti lo convocava sì e no nell’Italia) mentre Thuram e Koop possono essere mezz’ali simili a quelle del Napoli. Yildiz dovrà ricalcare le gesta di Kvara, Vlahovic di Osimhen.











