In Ucraina convivono calcio e guerra, non passa partita senza che uno stadio venga evacuato (Equipe)
Domani sera la sfida alla Francia in campo neutro. "Tra i carri armati nelle strade e i droni in volo, è impossibile dimenticare il contesto. Anche lo sport è una forma di resistenza"

Dusseldorf (Germania) 21/06/2024 - Euro 2024 / Slovacchia-Ucraina / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Roman Yaremchuk ONLY ITALY
Il match tra Francia e Ucraina, valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026 e in programma a Breslavia domani sera, si giocherà in un contesto insolito: l’Ucraina è ancora un Paese in guerra. I giocatori ucraini, come riassume l’Equipe, devono affrontare condizioni straordinarie per poter scendere in campo e continuare la loro stagione. Il calcio – scrivono i francesi – in queste circostanze diventa un modo per mantenere attiva la vita sportiva e l’identità nazionale, nonostante le difficoltà provocate dal conflitto.
In Ucraina convivono calcio e guerra, ma non passa partita senza che uno stadio venga evacuato (L’Equipe)
Scrive così il quotidiano francese:
“La nazionale francese giocherà contro l’Ucraina in campo neutro a Breslavia, in Polonia, venerdì sera per le qualificazioni ai Mondiali del 2026. […] Dopo alcuni mesi di interruzione in seguito all’invasione di Vladimir Putin nel febbraio 2022, il campionato è ripreso per la stagione 2022-2023 in condizioni fortemente influenzate dalla situazione attuale, a causa della legge marziale.
Le autorità politiche hanno quindi imposto un rigido protocollo per consentire il ritorno della palla: lo svolgimento di ogni partita è convalidato anche dalle autorità militari. «All’inizio ti chiedi: ‘Cos’è questa cosa, siamo in Call of Duty o cosa?’», osserva l’ex giocatore del Lens Ange-Freddy Plumain, che ha giocato per il Rukh Lviv nel 2022 e poi dal 2023 al 2025. Ma alla fine hanno imparato a conviverci. «Fermare tutto avrebbe dato ragione ai Russi» continua Plumain. Ogni stadio deve prevedere un riparo entro un raggio di 500 metri, garantendo la sicurezza del pubblico, ove presente. Nel periodo precedente il calcio d’inizio (necessariamente durante il giorno, con solo tre orari possibili: 13:00, 15:30 o 18:00), gli stadi sono soggetti a un’ispezione da parte di servizi specializzati nel rilevamento di esplosivi. […]
In caso di allarme aereo, la partita deve essere interrotta e lo stadio evacuato. E non passa settimana senza che ciò accada, a volte per 10 minuti, a volte per diverse ore. […] Diversi club sono scomparsi, per motivi finanziari o per difficoltà economiche. Alcuni hanno fatto le valigie e sono partiti per cercare rifugio lontano dalle loro basi: le regioni orientali e meridionali rimangono pericolose, per non parlare della Crimea e del Donbass. […]
Ogni giorno, gli ostacoli sono numerosi e le priorità sono altrove. […] Tra i carri armati nelle strade e i droni in volo, è impossibile dimenticare il contesto. Non è questo il concetto, comunque, perché lo sport è visto come una forma di resistenza. «Mi hanno spiegato che se il presidente avesse chiesto loro di andare in guerra, avrebbero dovuto farlo», continua l’attaccante francese. «Ed erano pronti. Hanno l’anima dei guerrieri. Ogni volta che le squadre entrano in campo, viene suonato l’inno nazionale. I giocatori lo cantano, e si sentiva arrivare da lontano; è potente»”.