Federer: «I tornei stanno rallentando i campi per avere sempre Sinner-Alcaraz in finale»

"Ormai puoi vincere Us Open, Wimbledon e Roland Garros giocando sempre uguale. Vorrei vedere Alcaraz o Sinner giocare su campi velocissimi e poi su campi lentissimi e vedere come va"

federer e nadal

Melbourne (Australia) 29/01/2017 - Australian Open / foto Panoramic/Insidefoto/Image Sport nella foto: Roger Federer-Rafael Nadal

Secondo Roger Federer il mercato del tennis vuole solo Sinner e Alcaraz, Alcaraz e Sinner. E quindi i direttori dei vari tornei in giro per il mondo stanno cercando di fare in modo che arrivino in finale sempre loro. Come? Rallentando i campi.

Federer è da sempre un sostenitore della varietà di superfici e velocità in tutto il circuito. A margine della Laver Cup ha espresso una certa frustrazione per la “coerenza” dei campi attuali, tutti mediamente più lenti, indipendentemente da dove si trovino. Sospetta, scrive il Times, che i responsabili dell’organizzazione dei tornei lo stiano facendo apposta: “Capisco la rete di sicurezza che i direttori di torneo vedono nel rendere la superficie più lenta”, ha detto al podcast Served di Andy Roddick. “Il giocatore più debole deve fare colpi straordinari per battere Sinner, mentre se la superficie è veloce può forse colpirne un po’ al momento giusto e superarlo. Ecco perché i direttori del torneo dicono: Oh, mi piacerebbe avere Sinner e Alcaraz in finale. In un certo senso, funziona per il gioco”.

La velocità dei campi è cambiata drasticamente dagli anni ’90, quando il serve-and-volley era molto più diffuso anche grazie alle condizioni di gioco. I direttori dei tornei si sono resi conto dell’utilità di rallentare gradualmente i campi a metà degli anni 2000 per ridurre il predominio del servizio e consentire scambi da fondo più coinvolgenti.

“Non abbiamo bisogno solo di campi veloci, ma vorremmo vedere Alcaraz o Sinner giocare su campi velocissimi e poi giocare la stessa partita su campi super lenti e vedere come va”, ha detto Federer.

“Ora tutti giocano in modo simile. È perché i direttori dei tornei lo hanno permesso, con la velocità della palla e la velocità del campo, che ogni settimana è praticamente uguale a quella prima. Ecco perché si può passare dal vincere l’Open di Francia a Wimbledon e agli US Open giocando semplicemente allo stesso modo”.

Federer ha persino lasciato intendere che rispondere al servizio non sia più così impegnativo come una volta. “Ho la sensazione che i giocatori rispondano troppo facilmente al giorno d’oggi. Non so se le condizioni siano un po’ più lente o se siano semplicemente più bravi. Rispondere era difficile. Ora, invece, sono lì”.

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