La Liga pensa che la Spagna sia in ritardo rispetto al resto dell’Europa per gli stadi, non avrà visto l’Italia

Il direttore dell’ufficio club della Liga ad As parla delle strategie che metteranno in atto per migliorare nei prossimi anni

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Db Barcellona (Spagna) 17/02/2022 - Europa League / Barcellona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport Nella foto: Camp Nou

In un’intervista concessa ad As, Jaime Blanco, direttore dell’ufficio club della Liga, illustra la strategia con cui il calcio spagnolo punta a rafforzare la propria sostenibilità economica: investire negli stadi. L’obiettivo è chiaro: aumentare i ricavi e restare competitivi sul mercato internazionale, seguendo il modello delle grandi leghe europee. Un modello che interroga anche il calcio in Italia, dove si discute non solo di stadi da rinnovare, ma anche — come nel caso di Napoli — di nuove strutture in aree urbane controverse, tra opportunità economiche e resistenze locali.

Gestione innovativa degli stadi:

As riporta le parole di Blanco: «Una gestione efficiente degli stadi permetterà di acquistare giocatori». L’esempio è quello dell’Atletico: «Ci sono club come l’Atlético che organizzano più di 200 eventi nei giorni in cui non ci sono partite» 

L’investimento in infrastrutture potrebbe toccare i 4 miliardi di euro. «Gli stadi devono puntare a non essere solo un’infrastruttura iconica di una città, visitata 18 volte a stagione. Devono essere capaci di ospitare anche altro. E non mi riferisco solo ai concerti. Ci sono molte altre fonti di guadagno: basti pensare che cambiare il manto erboso costa una fortuna. Il focus dei club non è fare solo concerti. C’è chi affitta la sala stampa, chi organizza sessioni di team building e partite amatoriali, chi realizza registrazioni…».

Nuove strategie

Nuove strategie sono previste anche per quanto riguarda le partite, nella stagione 2024-25, La Liga ha battuto il suo record di presenze con 17,3 milioni di tifosi, il 7,5% in più rispetto alla stagione precedente. I ricavi delle partite (biglietti, abbonamenti, hospitality…) si aggirano intorno ai 700 milioni di euro (nella stagione 22-23 erano stati 629 milioni). C’è però ancora un grande margine di miglioramento, considerando che in campionati come la Premier League si raggiungono circa 1.060 milioni di euro. Anche se, va detto, la Spagna ha un handicap rispetto a Premier e Bundesliga.

Quello che contraddistingue la Liga è il servizio hospitality

«Il prodotto hospitality non è solo l’area Vip, ma un’offerta più esclusiva che possiamo proporre. È qualsiasi cosa diversa dalla semplice poltroncina, pensata per rispondere alle esigenze di diversi tipi di tifosi». Blanco avverte anche che la Spagna è in ritardo rispetto al resto d’Europa: «Due anni e mezzo fa, in Spagna avevamo solo una capacità di hospitality del 3%; nel Regno Unito è al 12%, in Francia al 7,6% e in Germania al 6%. C’è una grande differenza. Quest’anno chiuderemo al 4%. Siamo passati da 36.500 posti a quasi 46.400 in due anni e mezzo. È tantissimo. Bisogna avere la capacità di rispondere a questa domanda, affinché ogni tifoso trovi il posto e il prezzo che sta cercando».

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