Raoul Bova, esposto al Garante della Privacy anche contro il Napoli: chieste sanzioni amministrative (Repubblica)
Il suo avvocato è Bernardini De Pace. Il Napoli ha cancellato ma il danno è fatto. Non é solo questione di immagine, ci sono la derisione e la devastazione dell'immagine familiare

Mc Roma 12/01/2024 - photocall serie Tv Mediaset ‘I Fantastici 5’ / foto Mario Cartelli/Image nella foto: Raoul Bova
Raoul Bova, esposto al Garante della Privacy anche contro il Napoli: chieste sanzioni amministrative (Repubblica)
Gli audio privati del noto attore sono finiti sul web e sono stati oggetto di scherno da parte del club azzurro (e non solo, anche il Torino). E chissà se i buoni rapporti con De Laurentiis basteranno a mitigare la situazione. A seguire le ultime sulla vicenda riportate da Repubblica.
Raul Bova chiederà sanzioni al Napoli (e non solo): la situazione
“I suoi file audio e messaggi privati diventano virali, oggetto di scherno, diventano marketing. Raoul Bova dice basta. E parte al contrattacco: è stato depositato stamattina un reclamo formale al Garante della Privacy. Lo firma Annamaria Bernardini de Pace, celebre avvocatessa e, soprattutto, ex suocera dell’attore. Ma non solo: la super avvocata seguirà l’attore anche per affrontare le questioni relative all’affidamento dei figli avuti con l’ormai ex compagna Rocio Munoz Morales. Una mossa clamorosa, rivolta contro una lunga lista di colossi: Fabrizio Corona, Meta, Google, YouTube, TikTok, X, Ryanair, Ssc Napoli e Torino Fc. L’accusa è pesante: diffusione illecita, strumentalizzazione e ridicolizzazione di un contenuto personale e riservato”.
Prosegue il quotidiano:
“Ryanair pubblica un post ironico usando le stesse parole dell’audio: “Buongiorno passeggeri speciali dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti”. Il Napoli e il Torino fanno lo stesso su TikTok, rincarando la dose. Poi cancellano, ma il danno è fatto. L’esposto al Garante della Privacy Secondo il reclamo, visualizzazioni e commenti si contano a decine di migliaia. Il risultato: derisione globale, esposizione ingiustificata, devastazione dell’immagine pubblica e familiare dell’attore. Il documento elenca con precisione le norme violate: nessun consenso da parte di Bova, nessuna finalità lecita, nessuna tutela della sua sfera privata. L’audio è un dato personale, trattato in modo illecito, diffuso per puro intrattenimento, strumentalizzato per ottenere profitto e visibilità. Non è solo una questione d’immagine”.
Leggi anche: Raoul Bova vuole denunciare il Napoli, c’entra ancora il TikTok del club di De Laurentiis
“Bova, si legge nel reclamo, è anche un padre: due dei suoi quattro figli sono minorenni. E anche loro, inevitabilmente, sono stati travolti da questa gogna digitale. L’attore chiede tre provvedimenti: la rimozione immediata di tutti i contenuti dalle piattaforme social e motori di ricerca. La deindicizzazione globale dai risultati web. E infine le sanzioni amministrative per tutti i soggetti coinvolti. Una battaglia legale che si annuncia dirompente dopo l’inchiesta per tentata estorsione in cui l’attore è vittima. Un caso che pone una domanda netta: fino a dove può spingersi la rete, e chi paga quando la privacy diventa spettacolo?”.