Marc Marquez, il ritorno del re che sarà di nuovo imperatore

Nel 2020 la rovinosa caduta, poi quattro operazioni, la diplopia e il Circus che lo stava dimenticando. La Ducati ne ha nuovamente fatto una stella

Marquez

Jerez de la Frontera 28/04/2024 - gara Motogp / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Marc Marquez ONLY ITALY

Marc Marquez il sorriso non lo ha mai perso. Sicuramente non nel 2013, 2014, 2016, 2017, 2018 e 2019 quando ha vinto sei titoli mondiali nella classe regina di MotoGp. Sicuramente non nel terribile infortunio all’omero del braccio destro nel 2020, né nel tortuoso percorso di recupero costellato da ben due operazioni chirurgiche con una terza, correttiva, arrivata più tardi. Oggi è lì, a guardare tutti dall’alto verso il basso con 120 punti di vantaggio in classifica sul fratello Alex, mezzo scudetto (si direbbe nel calcio) disegnato sul casco e nessuno all’orizzonte capace di impensierirlo. Marc Marquez è il predestinato e senza paura di portargli sfortuna si può dire che vincerà il titolo 2025, ottavo personale considerando anche il Mondiale 125 del 2010.

Marquez una leggenda sportiva

Non si tratta solo di vittorie e podi, ma di una narrazione sportiva che tocca le corde più profonde della resilienza umana. Per comprendere appieno la portata di questa cavalcata trionfale, è fondamentale riavvolgere il nastro e ricordare il calvario che Márquez ha affrontato. Dal terribile infortunio all’omero del braccio destro, subito nel 2020 a Jerez, al lungo e tortuoso percorso di recupero costellato da ben due operazioni chirurgiche (una terza, correttiva, è arrivata più tardi). Anni di sofferenza, dubbi e rinunce, in cui il “Cabroncito” ha dovuto fare i conti con un corpo che non rispondeva più ai suoi comandi, e una Honda che sembrava aver smarrito la sua magia. La sua carriera, per molti, sembrava avviata al declino, segnata da un infortunio che pareva incurabile.

Il calvario di Cabroncito

E’ il 19 luglio 2020 (Gran Premio di Spagna, Jerez de la Frontera) l’inizio di tutto: Marc Márquez cade rovinosamente e si procura una frattura dell’omero del braccio destro. Sembra un “normale” infortunio da gara, ma si rivelerà l’inizio di un incubo. Durante una prima operazione viene inserita una placca in titanio per ridurre le tre fratture subite all’omero. Il 27 luglio 2020 Márquez tenta un rientro incredibile a soli pochi giorni dalla prima operazione per il Gp di Andalusia, sempre a Jerez. Partecipa alle prove libere, ma il forte dolore e la poca sicurezza lo costringono a ritirarsi. Si scoprirà in seguito che la placca inserita si è danneggiata a causa dell’eccessivo stress. Márquez torna sotto i ferri. La placca di titanio danneggiata viene sostituita. Questo intervento è più invasivo, poiché richiede la rimozione e il riposizionamento di viti già inserite nell’osso.

I problemi di recupero persistono. Márquez decide di sottoporsi a una terza, complessa operazione all’omero destro presso. Nel marzo del 2021 ritorna in Portogallo. A novembre cade in allenamento e si verifica un episodio di diplopia (visione doppia), un problema che lo aveva già afflitto nel 2011. La diplopia gli impedisce di gareggiare negli ultimi due Gran Premi della stagione (Algarve e Valencia) e mette in dubbio l’inizio della stagione successiva. Nel 2022 Márquez subisce una violentissima caduta con un highside a 115 miglia orarie in Malesia. L’impatto con il casco sul terreno gli provoca una nuova, e più grave, recidiva della diplopia. Nel giugno 2022 quarta operazione all’omero destro negli Usa. Questa operazione lo tiene lontano dalle gare per il resto della stagione 2022.

Il passaggio in Ducati

Marquez torna con la Honda, ma le cose non vanno. Il vero spartiacque è il suo coraggioso passaggio in Ducati. Una mossa che ha spiazzato molti, un salto nel buio che si è trasformato in un trionfo immediato e fragoroso. Fin dalle prime sessioni di test, la Desmosedici ha abbracciato il suo stile di guida aggressivo e la sua innata capacità di portare al limite qualsiasi mezzo. L’adattamento è fulmineo, la chimica tra pilota e moto perfetta, un’unione che genera scintille in pista.

Bagnaia all’angolo

Subito fuori dai giochi Pecco Bagnaia, che pure partiva con i favori del pronostico e la perfetta conoscenza della moto. Le prestazioni di Márquez hanno spesso relegato Bagnaia a un ruolo di comprimario, costringendolo a inseguire o a commettere errori nel tentativo di tenere il passo del “nuovo” Márquez. Questa dominanza, arrivata dopo anni di digiuno, non è solo una dimostrazione di talento puro, ma anche della sua incredibile capacità di leggere la gara, gestire le gomme e sferrare l’attacco al momento giusto.

La prima metà della stagione è stata un crescendo rossiniano per Márquez: pole position, vittorie schiaccianti, rimonte spettacolari e una consistenza che ha annichilito la concorrenza. Ogni Gran Premio è diventato un’ulteriore conferma della sua rinascita, un tassello che si aggiunge a un mosaico quasi perfetto. Nonostante la lunga assenza dal vertice e le ferite ancora fresche, Márquez ha dimostrato di non aver perso nulla della sua fame di vittoria e della sua leggendaria “cattiveria” agonistica. Oggi la vittoria di Brno. Quinta consecutiva mentre il MotoGp attende solo di incoronare il nuovo, vecchio, re.

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