Bernardeschi: «Non capirò mai il Fantacalcio, prendo insulti anche dalla mia famiglia»
Indosserà la 10 che fu di Baggio e Signori. «Farò di tutto per andare al Mondiale. Ho bisogno di ritrovare quel fuoco dentro e qui sento che può succedere»

Mg Milano 06/10/2021 - Uefa Nations League / Italia-Spagna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Federico Bernardeschi
Federico Bernardeschi, appena rientrato in Italia al Bologna, ha rilasciato quest’oggi alcune dichiarazioni nella conferenza stampa di presentazione col club felsineo. A seguire le sue principali parole.
Le parole di Bernardeschi
«Un ringraziamento particolare va alla società e ai dirigenti che mi hanno voluto qui. Una realtà che negli ultimi anni sta diventando sempre più importante. Mi avevano detto che era un gruppo molto bello e coeso, lo sto notando. Un gruppo veramente sano, fatto di persone eccezionali. Di uomini con valori importanti. Voglio ringraziare i ragazzi per come mi hanno accolto. La maglia numero dieci l’hanno portata grandi giocatori e per me è un grande orgoglio indossarla col massimo onore e rispetto. I tifosi mi hanno accolto in maniera importante ma dobbiamo continuare ad alzare l’asticella».
«Sono venuto qui per dare una mano, abbiamo grandi ambizioni. Giocheremo quattro competizioni, ci sarà spazio per tutti. La Nazionale? Sono un campione d’Europa ma non ho mai giocato un Mondiale. Farò di tutto per esserci, è un mio obiettivo. Non ho ancora ricevuto nessuna chiamata da Gattuso ma è normale, sono stato via per tre anni. Il Canada è stata un’esperienza importante per me e per la mia famiglia, non ho nessun rimpianto di aver vissuto quel periodo a Toronto. Il mio colpo migliore è col sinistro. Tallone d’Achille non so, cerco sempre di mettermi in gioco. Ho grande rispetto per tutti i miei club del passato dal Crotone alla Fiorentina e naturalmente per la Juventus».
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«Prima di venire qui ho parlato con Italiano, persona diretta e onesta. La sua presenza è stata parte fondamentale se io oggi sono qui. Siamo ambiziosi, questo è certo. Il Fantacalcio? Una cosa che non capirò mai, prendiamo insulti. Anche dai membri della mia famiglia vengo insultato. In questa squadra ho trovato diversi valori, la mia voglia di rimettermi in gioco si sposa benissimo con l’umanità che si respira dentro lo spogliatoio. Mi sono inserito bene e non ho perso il ritmo. Orsolini? Già ci conoscevamo. Lui qui è un simbolo, ha fatto cose straordinarie. Ho bisogno di ritrovare quel fuoco dentro e qui sento che può succedere».