Zola e la mancanza di talenti in Italia: «Io arrivavo dalla strada, mi sono dovuto ingegnare per emergere»

Alla Milano Football Week: «ora con le strutture organizzate forse c’è meno creatività. In C ci sono i talenti ma da noi non vengono provati, non li fanno giocare...»

Zola

Bergamo 09/12/2021 - Champions League / Atalanta-Villareal / foto Image Sport nella foto: Gianfranco Zola

Dalle esperienze di successo in campo a quelle in panchina, passando per la crisi della Nazionale del calcio italiano in generale. Gianfranco Zola, ex attaccante azzurro e oggi allenatore ed opinionista, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Milano Football Week. Vi proponiamo di seguito un estratto delle sue parole riportate da La Gazzetta dello Sport.

Le parole di Gianfranco Zola

«Vincere a Napoli è una cosa meravigliosa. Io ho avuto la fortuna di giocare lì, so cosa significa, soprattutto per la passione della gente», ha esordito Zola. «Io avevo davanti Maradona, ho avuto la fortuna di giocare con lui e soprattutto di carpirne i segreti. Diego mi aveva preso subito in simpatia, abbiamo condiviso ore di allenamento assieme, che sono state importantissime per me».

Leggi anche: Spalletti: «Non sono come tanti altri, se arriva Ranieri farò il tifo per Ranieri. O per chiunque sarà»

«La maglia della Nazionale è magica, io mi sono innamorato del calcio grazie alle partite degli azzurri al Mondiale 1982. L’obiettivo della mia carriera era giocare per l’Italia, quando abbiamo battuto l’Inghilterra grazie a un mio gol è stata una gioia immensa, loro hanno sofferto molto, hanno fatto fatica a rialzarsi», ha detto Zola.

A proposito di Nazionale, la debacle azzurra contro la Norvegia ha aperto svariati dibattiti. Tra questi, c’è anche la carenza di giovani con un bagaglio tecnico importante. «Ai miei tempi c’erano giocatori molto forti, come come ad esempio Roberto Baggio: la sua presenza è stata fondamentale per migliorarmi. C’era una concorrenza che si fondava sulla qualità. Adesso è un momento un po’ di crisi. Io arrivavo dalla strada, mi sono dovuto ingegnare per emergere, ora con le strutture organizzate forse c’è meno creatività. Spagna, Francia, Inghilterra, Belgio, ma anche nazioni come la Norvegia producono gente di qualità. Noi dobbiamo ritornare a farlo. Lamine Yamal l’ho visto qualche tempo fa: aveva talento, ma è arrivato dove è arrivato grazie anche al lavoro. In C ci sono i talenti, ma da noi non vengono provati, non li fanno giocare. Dovremmo pensare un po’ di più al mercato interno, magari qualcosa di buono uscirebbe…», ha affermato Zola.

Tecnica, spesso, fa rima col sapere calciare le punizioni, una delle principali virtù dell’ex attaccante sardo. A tal riguardo Zola ci ha tenuto a sottolineare: «Spesso i ragazzi sanno calciare, hanno talento ma tutto questo va abbinato all’allenamento: quindi meno PlayStation, meno telefonino, più movimento e più pratica. Devi provare il gesto tante volte e forse adesso i ragazzi si esercitano poco. Io a Napoli a fine allenamento mi fermavo con Maradona, lui sulla destra e io sulla sinistra e facevamo le gare a chi segnava di più».

Correlate