Taylor Fritz: «Con Sinner perdo, ma con Alcaraz ho l’impressione di non avere speranze»
Al Guardian. Opelka dice che lui è affetto da "ottimismo delirante". E infatti Fritz crede di poter vincere a Wimbledon. Auguri

2022 Londra (Inghilterra) - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Taylor Fritz ONLY ITALY
“Vincere uno Slam è l’unica ragione per cui voglio davvero giocare”, dice Taylor Fritz al Guardian. L’americano, numero 5 al mondo, ha raggiunto la finale degli Us Open l’anno scorso anno, ma pensa di poter vincere Wimbledon. Ha 27 anni, le chance diminuiscono di anno anno. Ed è un problema. Perchè ammette: “Probabilmente ci penserei per sempre, se non riuscissi a vincere uno Slam“.
Fritz è figlio mamma Kathy May, ex giocatrice top 10 negli anni 70, e papà Guy, un modesto professionista pure lui. A 18 anni Taylor è diventato papà pure lui: ha fatto un bambino con la sua ragazza adolescente, Raquel Pedraza, anche lei tennista, l’hanno chiamato Jordan. Hanno divorziato nel 2019. La sua attuale compagna, Morgan Riddle, ha un ampio seguito sui social ed è attivamente anti-Trump.
Fritz pensa solo al tennis. Ed è realista riguardo al divario che Alcaraz e Sinner hanno creato. “Abbiamo avuto un anno di gap nel 2022-23 dopo il ritiro di Federer, mentre Nadal e Djokovic non giocavano molti tornei. Carlos stava giocando bene, ma non era ancora affermato, mentre Sinner non era ancora pienamente al suo apice. Per un anno ho pensato che tutto potesse succedere. Ora sembra che siamo tornati a una sorta di dominio di Alcaraz e Sinner. Ma questo mi rende ancora più determinato a migliorare”.
Fritz ha battuto Sinner la prima volta che si sono incontrati, nel 2021, ma ha perso i quattro incontri successivi. Non ha ancora vinto un set in due partite contro Alcaraz. “Direi che Carlos è l’avversario più difficile per me, ma devo aggiungere che quando abbiamo giocato in Laver Cup l’anno scorso mi sono imbattuto nella sua versione infuocata, quella in cui sembra che non ci sia nulla da fare. Quindi, anche se ovviamente Sinner mi ha battuto diverse volte, abbastanza regolarmente, almeno in quelle partite mi sentivo in grado di giocare a tennis. In Laver Cup con Carlos ho avuto la sensazione, per circa l’80-90% della partita, di non poter fare nulla”.
Fritz è sostenuto dal suo “ottimismo delirante” – termine applicatogli dal suo collega americano Reilly Opelka. “Devi avere estrema fiducia nelle tue capacità e credere in te stesso. Quindi essere un po’ deluso, in senso positivo, è una buona cosa. Quando avevo 14 anni non ero così bravo, ma ero molto deluso quando dicevo che ce l’avrei fatta, senza ombra di dubbio. Ci credevo davvero e non sarei qui senza. Non criticherò mai nessuno per aver detto cose che potrebbero essere deliranti o piene di speranza”.
Paradossalmente dice di aver “bisogno di qualcuno che tenga a questo sport tanto quanto me”, ma “No, per niente”, non parlerebbe con uno psicologo dello sport, perché “non credo necessariamente in loro”.
Detto da uno che ribadisce: questo Wimbledon “potrebbe essere la migliore occasione per vincere uno Slam. Non so se direi di avere maggiori possibilità agli US Open. Dipende solo da quali due settimane saranno più adatte a me”. Come se Alcaraz e Sinner non esistessero. Si chiama “ottimismo delirante”.