Lo scacchista Buongiorno: «È un po’ come il calcio. Prepari tutto, poi però serve anche l’istinto»
A Scacchitalia: «Ai tempi del Torino spesso sfidavo Milinkovic-Savic. So che anche Simeone gioca. Gioco on line, sono registrato su Chess.com».

Dc Napoli 27/04/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Torino / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Alessandro Buongiorno
Alessandro Buongiorno e la sua passione per gli scacchi. Nella sua intervista a Scacchitalia (organo ufficiale della federazione scacchistica italiana) il difensore del Napoli racconta come ha imparato a giocare e quanto gli è servito nello sport.
Buongiorno: «Negli scacchi serve strategia e preparazione, come nel calcio»
Alessandro, come hai iniziato ad appassionarti agli scacchi?
«Ho cominciato da piccolo, ho imparato le regole grazie a mio padre, giocavamo insieme a lui e anche con mia sorella, in modo molto soft, ovviamente. Praticamente conoscevamo solo i movimenti dei pezzi. Poi ho continuato da ragazzo, a scuola, magari durante le ore di intervallo, o anche nei campi estivi».
E hai continuato anche mentre iniziava la tua carriera di calciatore…
«Il momento decisivo è stato quando sono andato in prestito al Carpi, perché c’erano lì un paio di ragazzi, abitanti del luogo, che amavano gli scacchi. Poi ho iniziato a praticare le partite sul web, e in particolare contro un mio grande amico di Torino, che di recente mi ha regalato una scacchiera. Ovviamente quando possiamo giochiamo dal vivo, di persona, ma quando siamo lontani ci sfidiamo sulle piattaforme».
La tua passione era nota anche quando giocavi nel Torino…
«Sì, il mio avversario prediletto era Vanja Milinkovic-Savic. Giocavamo soprattutto in pullman, durante gli spostamenti dovuti alle trasferte».
E nel Napoli?
Buongiorno: «Non ho mai sfidato, almeno finora, i mie nuovi compagni, ma so che anche Giovanni Simeone gioca».
Hai parlato dell’on line. Non ti chiedo il nickname, ovviamente, ma solo su che piattaforma giochi e quale tempo prediligi.
«Ho un profilo su Chess.com, e ho un punteggio attorno ai 1.200 (un livello intermedio, ndr). Il mio tempo preferito è 5 o 10 minuti senza recupero a mossa. Qualche volta, in particolare con l’amico di cui parlavo prima, ho provato anche le partite di 3 minuti, ma è un tempo troppo rapido per me, non sono allenato a sufficienza. E poi preferisco un ritmo meno serrato, un gioco più meditato, più rilassante».
Qual è il tuo stile di gioco, che aperture fai?
«Inizio sempre con il pedone di Re, con il Bianco, e anche con il Nero appena posso avanzo quel pedone, ho uno stile abbastanza classico».
Ovviamente sono mondi molto diversi, ma trovi qualche analogia tra calcio e scacchi?
Buongiorno: «Mi è capitato di pensarci. Ovviamente negli scacchi serve molta strategia, molta preparazione, bisogna pensare tanto a come impostare la partita, e questo lo ritrovi anche nelle partite di calcio, quando devi affrontare una sfida importante. Registrare la fase offensiva o la fase difensiva è come preparare un’apertura speciale per mettere in difficoltà l’avversario. Ovviamente poi nel calcio arriva il momento in cui quello che hai preparato non conta più, e devi giocare d’istinto. Ma in fondo vale anche per gli scacchi, quando la situazione cambia e la posizione non è quella che avevi previsto: devi fare in fretta ad adattarti».
Gli scacchi ti aiutano a concentrarti sulla partita? O sono invece uno “scarico” dopo una sfida impegnativa?
«Li considero uno svago, un divertimento, soprattutto nel tempo libero, o magari durante i viaggi, in camera d’albergo, insomma
non troppo vicino al momento della partita. Aiutano senz’altro a tenere il cervello attivo, ma per acquisire e mantenere la concentrazione utile a giocare a calcio preferisco altre attività».