Gentile: «Torniamo a insegnare a marcare e a dribblare, così forse l’Italia tornerà»
A La Stampa: «A livello giovanile l'Italia vince, poi quei giocatori non fanno il salto di qualità: sono chiusi da stranieri più deboli di loro»

Db Milano 05/04/2016 - funerali Cesare Maldini / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Claudio Gentile
Gentile: «Torniamo a insegnare a marcare e a dribblare, così forse l’Italia tornerà»
Claudio Gentile intervistato da La Stampa sulla crisi della Nazionale. Per lui il problema non è Spalletti. L’intervista è di Gianluca Oddenino.
Ecco tre domande con relative risposte.
La Federazione valuta anche l’ipotesi di cambiare Spalletti. Per lei il ct dovrebbe dare le dimissioni?
«No, deve arrivare alla fine. Anche perché non sono sicuro che cambiando l’allenatore si possa riottenere l’Italia che abbiamo sempre avuto: il ct non ha molta disponibilità. Ora ci sarà tensione e tanto decideranno i dirigenti federali: la delusione è stata pazzesca, c’è gente che mi ferma e mi chiede perché non c’è più l’Italia…».
Lei è stato l’ultimo ct a vincere con l’Italia Under 21: titolo Europeo e bronzo olimpico nel 2004. Perché non riusciamo più a imporci?
«Le giovanili azzurre in questi anni hanno ottenuto ottimi risultati a tutti i livelli, ma poi quando devono fare il salto di qualità questi ragazzi non trovano spazio perché chiusi da stranieri che spesso non sono più forti di loro, anzi. Quanti calciatori dell’Under 20, vice campione del mondo nel 2023, stanno giocando stabilmente in Serie A? Pochissimi».
Al netto degli interpreti, il problema della difesa sta diventando sempre più grande: 11 gol presi nelle ultime 4 partite. Perché?
«Non ci sono più i marcatori e prendiamo reti incredibili. Bisognerebbe ripartire dalle basi nei nostri vivai, imparando a marcare in difesa e a dribblare in attacco. Se rifondiamo, forse tornerà anche l’Italia».
Gentile: «Boniperti aveva fiuto per i giocatori, non si può dire lo stesso di Giuntoli: la Juve non è il Napoli» (aprile 2025)
La Gazzetta dello Sport intervista Claudio Gentile campione del mondo nel 82, colonna difensiva della Juventus.
«Guardo tutte le partite della Juventus, ma spesso non arrivo al novantesimo. Spengo la televisione dalla rabbia. L’ultima volta mi è successo mercoledì, contro il Parma: quando ho visto come Kelly ha marcato Pellegrino in occasione del gol, non ho più resistito. Ci sto male perché sono juventino e so cosa significhi indossare quella maglia. E adesso non mi sembra la mia Juventus».
Perché?
«Da vera Juventus come la intendo io, vedo poco.Probabilmente Yildiz, un bel talento che penso sarebbe piaciuto anche all’Avvocato: ma da solo il turco non può bastare».
Chi ha le maggiori responsabilità?
«L’allenatore è sempre il primo a pagare e infatti Thiago Motta è stato esonerato. Sicuramente aveva le sue responsabilità e mi dispiace molto: a Bologna aveva abbinato bel gioco e risultati. Ma la Juventus è un club diverso e bisogna vincere.
«Boniperti conosceva la Juventus come pochi e aveva un gran fiuto per i giocatori: raramente sbagliava un acquisto. Visti i risultati attuali, invece, non si può dire lo stesso di Giuntoli: gli errori sono stati parecchi sul mercato».
È più deluso da Koopmeiners (51 milioni), Douglas Luiz (50) o Nico Gonzalez (33)?
«Non mi piace fare nomi, però certe delusioni sono sotto gli occhi di tutti. Vale il discorso fatto per Thiago Motta e il Bologna. Con tutto il rispetto per il Napoli, la Juventus è un club differente. E a Torino devi sempre provare a vincere».
Il Conte bis in panchina?
«Antonio è un vincente e conosce la Juventus come pochi, il suo ritorno sarebbe positivo. È sempre utile e prezioso avere persone che sanno spiegare ai giocatori dove si trovano e che maglia indossano».
Pensa anche a Chiellini, oltretutto già in società?
«È una leggenda e un ragazzo di valore: Giorgio merita di stare al centro della Juventus. Boniperti, quando le cose non andavano, prendeva da parte i giocatori e spiegava che cos’è la Juventus. Chiellini può fare lo stesso, ha il dna bianconero. E poi è stato un grande difensore, uno degli ultimi…».