Boisson la francese tutta rabbia che fa sognare il Roland Garros: a 11 anni fu scartata dalla federazione

È numero 361 al mondo, oggi gioca i quarti. L'Equipe sente uno dei suoi primi allenatori: “aveva il permesso per lanciare la racchetta un tot di volte”

Boisson

France's Lois Boisson celebrates after winning her women's singles match against US Jessica Pegula on day 9 of the French Open tennis tournament on Court Philippe-Chatrier at the Roland-Garros Complex in Paris on June 2, 2025. (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / AFP)

Il torneo femminile del Roland Garros 2025 ha regalato importanti conferme ma anche qualche grossa sorpresa. Tra queste ultime, la più clamorosa porta sicuramente il nome di Lois Boisson, 22enne tennista di casa che da numero 361 al mondo si prepara a giocare – oggi i quarti di finale.

La nativa di Digione – una semisconosciuta alla vigilia – ha messo in riga giocatrici del calibro di Elise Mertens (6-4, 4-6, 6-3), Anelinha Kalinina (6-1, 6-2), Elsa Jacquemot (6-3, 0-6, 7-5) e Jessica Pegula (3-6, 6-4, 6-4): è già sicura di entrare in top-200 al prossimo aggiornamento del ranking, ma in caso di semifinale (alle 13 sfida la russa Mirra Andreeva) potrebbe addirittura volare tra le prime 70 della classifica Wta. L’Equipe le dedica un lungo approfondimento.

Il percorso di Lois Boisson

“Un ampio bagaglio tecnico, con un dritto potente come asso nella manica, che la numero 361 del mondo ha mostrato magnificamente negli ottavi di finale contro Jessica Pegula, numero 3 Wta”, esordisce la testata francese. Che poi riporta alcuni commenti degli addetti ai lavori:

«Gioca il tennis di una vera specialista della terra battuta», osserva Tatiana Golovin ex numero 12 al mondo. «È preparata fisicamente per resistere a lunghi scambi. È esplosiva. Gioca in topspin sul dritto, lo fa con aggressività, un po’ come Sakkari o Paolini. Ha un gioco adatto alla terra rossa. Non esita a trovare soluzioni, a cercare slice, palle corte. È un buon inizio…», aggiunge.

Tra i suoi primi insegnanti c’è stato Patrick Larose: «La notai quando aveva 8 anni, ha mostrato subito una certa predisposizione. La terra rossa è particolare, non tutti ci riescono a giocare bene. Ho cercato di darle le armi, insegnarle varianti, traiettorie leggermente più curve, palle corte, scivolate, recupero in appoggio… Si è allenata a colpire con il piede opposto nei riquadri di servizio, sviluppando schemi tattici fin da giovanissima. E le è piaciuto perché era come un gioco».

Boisson fu scartata dalla Federazione tennistica francese quando aveva 11 anni, ma non si è mai arresa. «Aveva una motivazione straordinaria ed era capace di provare le cose finché non ci riusciva. Essendo una perfezionista, manifestava frustrazione e rabbia. A volte ho dovuto calmarla», ha raccontato l’ex giocatore.

Per evitare di farla arrabbiare, Larose trovò un metodo piuttosto originale: permetterle di lanciare la racchetta, ma limitando il numero di lanci nel tempo. «Ci allenavamo sempre con sequenze su palline quasi impossibili da recuperare, perché sulla terra rossa bisogna essere dei veri combattenti. Il suo punto di riferimento era Nadal, che si allenava persino contando le corsie per recuperare la palla ancora più lontano…».

Oggi Boisson avrà bisogno di tutto il suo repertorio e di tutto il suo spirito combattivo per centrare la semifinale. La russa Mirra Andreeva è super-favorita ma nel tennis, si sa, mai dare nulla per scontato.

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