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Fabian Ruiz e Donnarumma portano il Psg in finale di Champions contro l’Inter (Arsenal battuto 2-1)

Lo spagnolo criticato a Napoli e il portierone azzurro grandi protagonisti. Palo di Kvaratskhelia. Psg senza Mbappé va in finale: il 31 maggio a Monaco di Baviera

Fabian Ruiz e Donnarumma portano il Psg in finale di Champions contro l’Inter (Arsenal battuto 2-1)
Paris Saint-Germain's Spanish midfielder #08 Fabian Ruiz (R) celebrates with his teammate Paris Saint-Germain's Moroccan defender #02 Achraf Hakimi (L) after scoring his team's first goal during the UEFA Champions League semi-final second leg football match between Paris Saint-Germain (PSG) and Arsenal at the Parc des Princes stadium in Paris, on May 7, 2025. (Photo by Thomas SAMSON / AFP)

Fabian Ruiz e Donnarumma portano il Psg in finale di Champions contro l’Inter.

Sarà Psg-Inter la finale di Champions League in programma sabato 31 maggio a Monaco di Baviera. Il Psg aveva vinto all’andata 1-0 in casa dell’Arsenal e ha vinto anche al Parco dei Principi: 2-1. Match più sofferto di quanto il risultato non dica. La squadra di Arteta ha giocato bene, ha avuto un ottimo approccio ma ha avuto la disgrazia di trovarsi di fronte un gigantesco (non solo per dimensioni fisiche) Donnarumma. Il portiere italiano ha compiuto due eccellenti parate nei primi minuti. Poi, ancora un’altra nella ripresa. È stato il migliore in campo dei suoi.

L’altro calciatore che ha trascinato la squadra di Luis Enrique alla seconda finale di Champions della propria storia (la prima nel 2020 e la persero contro il Bayern) è stato Fabian Ruiz l’ex calciatore del Napoli – discretamente criticato dalla tifoseria azzurra – che ha segnato il primo gol con un violentissimo sinistro al volo dopo essersi preparato meravigliosamente il tiro. Kvaratskhelia ha colpito un palo. Poi, nella ripresa, il Psg ha prima sbagliato un rigore con Vitinha e poi ha segnato il 2-0 con Hakimi. Prima del gol della bandiera di Saka. Tutto inutile per i Gunners. In finale va il Psg. Senza Mbappé. I francesi hanno venduto Mbappé e sono tornati in finale. Il Madrid che lo ha comprato, è uscito ai quarti.

Fabian Ruiz è stato a lungo sottovalutato, da piccolo era soprannominato il “Messi di Los Palacios” (L’Equipe)

Fabian Ruiz è diventato ormai uno degli insostituibili di Luis Enrique al Psg, dopo l’exploit all’ultimo Europeo vinto dalla sua Spagna. Ha dovuto faticare nella sua adolescenza, però, con il cambiamento della sua fisicità, che lo ha portato a sviluppare maggiormente la sua intelligenza tattica. L’Equipe lo definisce un calciatore in continua evoluzione.

L’Equipe scrive:

Per capire le particolarità del gioco di Fabian Ruiz, bisogna tornare indietro di quindici anni. All’età di 14 anni, lo spagnolo, allora al Betis era ancora un centrocampista “piccolo”, fragile, soprannominato “il Messi di Los Palacios” per la sua tecnica. In pochi mesi, cambia completamente; passa dall’essere 1,60 cm a quasi 1,89 cm, la sua altezza attuale, e deve quindi imparare a domare il suo nuovo fisico affrontando nuove problematiche: l’attività motoria, la muscolatura, la coordinazione di gambe e piedi. Una situazione che spingerà il giocatore a lavorare su altri punti di forza, a sviluppare la sua intelligenza di gioco e il posizionamento in campo, che è diventata una delle sue più grandi risorse.

Per molto tempo, al Psg l’importanza di Ruiz è stata sottovalutata nelle analisi post-partita a causa di una visione sbagliata del suo gioco. Non è il giocatore le cui qualità sono evidenti. È piuttosto discreto in campo.

La “scuola spagnola” e i suoi concetti di possesso palla, posizione, visione e comprensione di gioco hanno aiutato Fabian ad arricchire la sua intelligenza tattica. Cerca sempre di mantenere una certa distanza dal suo avversario per darsi tempo di ragionare e non farsi prendere, guadagnando terreno. Dopo l’ultimo Europeo ha fatto notevoli progressi; oggi registra il suo record di statistiche da quando è al Psg, 3 gol e 9 assist. Per molto tempo, la sua importanza nel club parigino è stata sottovalutata, poi è diventato insostituibile perché è colui che si adatta meglio alle tattiche. Un giocatore in continua evoluzione.

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