A Sportmediaset: «È tempo di agire, perché la situazione è pessima. Gravina farà tutto il possibile per colmare il gap in vista di Euro 2032».

Aleksander Ceferin, presidente della Uefa, ha parlato in un’intervista a Sportmediaset della nuova Champions e degli stadi italiani per Euro 2032.
Ceferin: «Gli stadi italiani sono una vergogna, ma vorrei più fatti e meno parole»
Come valuta questa prima stagione della nuova Champions League? È soddisfatto?
«Sì, sono più che soddisfatto. Il nostro nuovo formato ha avuto un grande successo. Penso che chi ama e capisce il calcio capisca che questa stagione è stata fantastica. Abbiamo avuto partite davvero incredibili. L’ultima giornata della fase a gironi è stata incredibile. Alcune grandi squadre hanno rischiato seriamente di essere eliminate. Per esempio, il Paris Saint-Germain, che ora è in semifinale: se avessero perso una o due partite, sarebbero stati eliminati. Quindi, stagione fantastica. Penso che anche quelli che criticano sempre tutto ora abbiano capito. Se poi vogliono ammetterlo, è un altro discorso».
L’Inter è l’unica squadra italiana ad aver superato la fase a gironi e a essere arrivata in semifinale. Come è vista l’Inter in Europa?
«L’Inter ha avuto – e sta avendo – una grande stagione. È una squadra esperta, ha un ottimo allenatore, tatticamente gioca bene. Non voglio sbilanciarmi prima della partita di stasera, ma ho le prove che avevo previsto che l’Inter sarebbe andata molto lontano».
La candidatura di San Siro per ospitare la finale di Champions League è stata recentemente respinta. C’è un dibattito aperto sul nuovo stadio a Milano. Cosa ne pensa?
«Penso che le infrastrutture calcistiche italiane siano una vergogna. Siete uno dei Paesi calcistici più grandi, avete vinto molti Mondiali, Europei, Champions League. E allo stesso tempo, tra i grandi Paesi, avete di gran lunga le peggiori infrastrutture. A essere onesto, sono un po’ stanco di queste discussioni italiane sulle infrastrutture, perché tutto ciò che vediamo sono solo parole. Spero che l’Italia faccia qualcosa. I club hanno bisogno di aiuto da parte del governo, dei comuni, e anche da investitori privati. È tempo di agire, perché la situazione è pessima».
Anche perché l’Italia e la Turchia hanno preso l’Europeo 2032. Pensa che l’Italia potrà recuperare sul fronte delle infrastrutture o è preoccupato?
«Non sono ancora preoccupato. Penso che ora anche il governo abbia capito che deve fare qualcosa. Ho molta fiducia in Gabriele Gravina, che è il mio primo vicepresidente. Farà tutto il possibile per colmare il gap. Sono sicuro che l’Italia ospiterà l’Europeo del 2032».
Il nuovo Mondiale per club inizierà presto, coinvolgendo molte squadre europee. Cosa ne pensa?
Ceferin: «È difficile dirlo, perché il torneo non è ancora iniziato. Da un lato ci sono i giocatori che si lamentano del troppo carico di partite. Dall’altro, ci sono i club che vogliono giocare di più. Non so se un torneo che finirà cinque settimane dopo la stagione non avrà conseguenze sulla salute dei giocatori. Vedremo. Il calendario è pieno. Talmente pieno che non possiamo aggiungere più partite. Sono d’accordo. Ma la situazione è paradossale. Da un lato, i club vogliono essere sostenibili e hanno bisogno di più partite per avere ricavi. Dall’altro, i giocatori giocano troppo e si infortunano. Ma se i club fossero abbastanza forti finanziariamente per pagare tutto, non avrebbero bisogno di così tante partite. È un circolo vizioso».
Dopo la protesta contro la Superlega, cosa ha imparato la Uefa sull’importanza della voce dei tifosi?
Ceferin: «Sapevamo già che i tifosi e i calciatori sono i veri protagonisti del calcio. Non noi amministratori o gli arbitri. I più importanti sono i tifosi e i giocatori. I tifosi hanno dimostrato che amano il calcio e vogliono che resti aperto e accessibile a tutti. Amo i tifosi italiani, perché per loro il calcio è tutto. Almeno da quello che vedo, sono meno coinvolti in politica o politiche sportive. Però, devo dire che non li ho visti protestare molto contro la Superlega. Sono stati soprattutto i tifosi inglesi a farsi sentire. Ma rispettiamo i tifosi: abbiamo un memorandum d’intesa con le organizzazioni dei tifosi e cerchiamo di coinvolgerli il più possibile».