Bertolucci: «Alcaraz e Sinner? Non può esserci un’amicizia vera, si contendono il primo posto al mondo»
A FanPage: «Ma c’è anche rispetto profondo, perché sanno bene entrambi i sacrifici che hanno fatto. Jasmine Paolini? Non è una sorpresa, è la numero 4 del mondo»

MIAMI GARDENS, FLORIDA - MARCH 31: Jannik Sinner of Italy is congratulated by Carlos Alcaraz of Spain after their match during the semifinals of the Miami Open at Hard Rock Stadium on March 31, 2023 in Miami Gardens, Florida. Matthew Stockman/Getty Images/AFP (Photo by MATTHEW STOCKMAN / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)
Paolo Bertolucci dopo il sipario sugli Internazionali d’Italia ha rilasciato un’intervista a FanPage a proposito di Sinner e Alcaraz.
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Bertolucci: «Ma c’è anche rispetto profondo, perché sanno bene entrambi i sacrifici che hanno fatto»
Cosa ci lascia questo torneo sul dualismo Sinner-Alcaraz?
«Erano otto-nove mesi che non si vedeva una versione del genere di Alcaraz, ma lui è capace di queste partite e di questo livello di tennis. Non è una novità. Devi metterci: 1) che vuole tornare sul trono; 2) che vuole battere l’avversario italiano a casa sua; e 3) che si trattava dell’ultimo esame prima di Parigi. Sommando tutto, viene fuori la prestazione di ieri».
Mi sembra che Sinner abbia metabolizzato bene la sconfitta. Alla fine, meglio perdere ora che al Roland Garros?
«Beh, sì. Meglio non perdere mai, ma se proprio devi scegliere, meglio così. Lui è venuto a Roma al buio, ha giocato la finale, quindi tanto di cappello. È contentissimo. Poi non è scemo: sa che dall’altra parte c’era un avversario che ha sfoderato un tennis di altissimo livello. Anche al 100%, ci sta di perdere contro questo Alcaraz. La gente dimentica che questo ragazzo ha vinto Parigi e Wimbledon l’anno scorso, e sette Masters 1000. Il problema è che a volte va su e giù, perde con giocatori inferiori, con cui invece Sinner non perde mai».
Ti hanno colpito le parole di Alcaraz su Sinner? Molto belle, ma è il gioco delle parti?
«La gente vuole o l’amicizia o la guerra. Ma non è così. Non può esserci un’amicizia vera, di quelle che hai da ragazzino. Qui c’è rivalità, profonda, perché si contendono il primo posto al mondo: non è banale. Ma c’è anche rispetto profondo, perché sanno bene entrambi i sacrifici che hanno fatto per arrivare a questo livello».
Si è parlato dei presunti mancati messaggi di Carlos a Jannik durante lo stop.
«Tutte cavolate, tutte cavolate».
Cosa manca a Lorenzo Musetti?
«Un po’ di tutto. Lo abbiamo visto contro Alcaraz. Deve servire meglio, avere più continuità, non disperdere energie in lamentele: deve concentrarsi sul match. Ma rispetto a un anno fa, ha fatto passi da gigante».
Super Jasmine Paolini! Ti ha stupito la vittoria in singolare e doppio?
«Si è visto chiaramente, ma lo sapevamo: è una giocatrice che ha fatto due finali Slam. Non è una sorpresa. Può vincere o perdere la finale, ma è la numero 4 del mondo. È bellissimo, ma non clamoroso. A inizio stagione per molti era finita… ma erano quelli che non capiscono nulla».