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Kyle Walker vuole andare via dal Manchester City, il Milan ha già contattato i suoi agenti (Times)

Il club avrebbe già contattato l’entourage dell’inglese ma “non ha ancora presentato un’offerta ufficiale al City”

Kyle Walker vuole andare via dal Manchester City, il Milan ha già contattato i suoi agenti (Times)
Porto (Portogallo) 29/05/2021 - finale Champions League / Manchester City-Chelsea / foto Uefa/Image Sport nella foto: Kyle Walker

Kyle Walker ha scosso il Manchester City chiedendo di andarsene dal club e il Milan è alla finestra con l’obiettivo di ingaggiare il difensore. Lo ha annunciato Pep Guardiola dopo la vittoria in Fa Cup contro il Salford City. Secondo il Times, “il Milan è una delle squadre interessate a ingaggiare Walker“. Il club avrebbe già contattato l’entourage dell’inglese ma “non ha ancora presentato un’offerta ufficiale al City“.

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Walker è un obiettivo del Milan

La forma di Walker, dopo aver dominato durante l’era Guardiola, è drasticamente calata. «Ora nella sua mente vorrebbe esplorare un altro paese nei suoi ultimi anni, per molte ragioni. E per questo motivo preferisco far giocare altri giocatori che hanno la mente qui. Tutto qui».

Il Times crede che Walker “non sia favorevole a un trasferimento in Arabia Saudita”, più intrigante un trasferimento in Italia, al Milan più probabilmente“.

Pioli: «Quando al Milan era finita? In Europa League, ero sicuro di passare ma i ragazzi fecero poco»

Stefano Pioli è ora allenatore dell’Al Nassr, il club dove milita Cristiano Ronaldo. L’ex tecnico del Milan ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha raccontato la sua nuova vita e il suo addio con i rossoneri.

Pioli, com’è la sua vita a Riad?

«È quella regolare di un professionista: dalle 7.30 alle 16.30 al campo d’allenamento, quando il caldo arrivava a 45°. In questo periodo, al mattino. Al venerdì terminiamo entro le 11 per rispettare le funzioni religiose. Vivo in un compound ben attrezzato, a una trentina di km dal nostro centro sportivo, con mia moglie, mio figlio e il mio staff. Giochiamo a padel, a bowling, esploriamo i ristoranti etnici della città. A parte il traffico, tutto bene».

Quando ha capito che al Milan era finita?

«C’è stato un momento preciso: ritorno dei quarti di Europa League, Roma-Milan, all’Olimpico. All’andata avevamo perso 1-0. In spogliatoio, prima del match feci un discorso da pelle d’oca, uno dei miei più sentiti di sempre. Ero sicuro di passare. Invece alla squadra non arrivò nulla e in campo fece poco. Lì mi accorsi che quello che davo non bastava più. L’empatia si era guastata».

Rimpianti? Rimorsi?

«Nessuno. Per me, esiste un solo metro per valutare un’avventura professionale: valutare la squadra come l’ho trovata e come l’ho lasciata. Tutto ciò che è accaduto in mezzo, di buono e di cattivo, fa parte del percorso e va accettato».

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