Stroncatura definitiva: “Guardiola cammina a bordo campo come uno Jedi diretto a un funerale. Non sa come uscirne”

“Immagina di dover essere i giocatori del City. Immagina di non riuscire mai a staccarti da Guardiola, di vivere la vita di Pep ogni giorno di ogni settimana. Immagina di essere Pep”. E’ un incubo nel quale Barney Ronay si incunea con meravigliosa cattiveria, per il Guardian. È il pezzo definitivo sulla crisi del Manchester City.
Ronay scrive che c’è come una “mancanza di qualsiasi senso di lotta, disperazione o persino di una vera variazione. Hai perso. Perdi di nuovo. Perdi nello stesso modo. Dopo undici partite e otto sconfitte, nessuno, a parte i giocatori, ha davvero idea di come o perché il City sia stato ridotto a quello che è ora”.
“Come descrivere questa anti-energia? Guardare questo City è come guardare una squadra che odia il football giocare come una squadra che lo ama. Seguire gli incantesimi di possesso palla tortuoso è stato come guardare un robot aspirapolvere che sobbalzava in una stazione ferroviaria giapponese. Ordinato, controllato, ma anche casuale e inutile”.
La novità è che adesso gli avversarsi si divertono a giocare contro il City. Quasi li sfottono, come John McGinn che “percepisce Ilkay Gündogan avvicinarsi e praticamente spinge fuori il suo sedere, facendo twerkare Gündogan sui talloni, prima di andarsene via con la palla”.
E Guardiola? Beh lui “cammina a grandi passi sulla linea di fondo come uno Jedi diretto a un funerale”.
Esempio: Grealish. Che “è stato ridotto a una specie di vuoto tattico. Anche un allenatore campione ha dei punti ciechi. L’incapacità di portare qualcosa di nuovo da Grealish sembra parlare del modo più ampio in cui Guardiola ha affrontato l’attuale crollo. Di sicuro continuano ad accadere le stesse cose”.
“I problemi del City possono sembrare semplici calcoli tattici in momenti come questi. Innanzitutto, la mancanza di pressione a centrocampo, che lascia tempo agli avversari di scegliere un passaggio. Aggiungi una linea alta. Aggiungi la mancanza di ritmo difensivo per coprirla. Più un allenatore che si rifiuta di compromettere il metodo. Ora c’è una formula per battere questa squadra”.
“Sono state fatte delle scelte strane lungo il cammino. Erling Haaland è l’unico giocatore d’attacco del City in questo momento. Haaland è il TikTok del calcio, il gioco ridotto al suo elemento più appetitoso e letterale. Cercare di riorganizzare una squadra attorno a lui è come cercare di costruire un’intera canzone attorno a un assolo di flauto nasale di 15 secondi. Vedere Guardiola provarci è un po’ bizzarro”.
“Il City moderno è sempre stato un progetto freddo. Soldi più talento più intelligenza più riserve senza fondo hanno creato una serie di successi semi-garantiti, liberati da spigoli, una macchina progettata per vincere. Cosa succede quando il mondo si intromette? Qualcosa che assomiglia un po’ a questo, a quanto pare”.