A Marca: «La sconfitta peggiore è stata la finale australiana contro Djokovic nel 2012. Non ho più guardato quel match perché ne sono uscito devastato»

Toni Nadal, zio e mentore di Rafa, presente al Marca Sport Weekend, ha parlato del ritiro del nipote e della carriera che ha avuto.
Per Toni Nadal, suo nipote non si è ritirato nel modo in cui avrebbe voluto:
«Rafa avrebbe voluto disputare un’altra buona stagione sulla terra battuta e questo significa vincere o almeno fare prestazioni di buon livello. Non si è ritirato come avrebbe voluto. Gli ho sempre detto di non lamentarsi perché la vita ci ha trattato meglio di quanto ci aspettassimo».
Sulla sconfitta peggiore subita da Nadal:
«La sconfitta peggiore è stata la finale australiana contro Djokovic nel 2012. Non ho più guardato quel match perché ne sono uscito devastato. Gli infortuni ci hanno fatto vivere con la spada di Damocle di non sapere quando la carriera di Rafael sarebbe finita. Abbiamo sempre pensato che sarebbe finita presto. I ritiri per infortunio, al Roland Garros, in Australia...».
Toni Nadal: «Se a Rafa offrissero l’opportunità di diventare dirigente del Real, direbbe di sì»
Poi sui numerosi infortuni del nipote:
«Rafael si è abituato a giocare con il dolore, ma ho detto a suo padre che se ci fossimo ritirati ogni volta che aveva problemi avrebbe potuto vincere cinque o sei titoli del Grande Slam. Dal 2005 non è stato praticamente in grado di finire un allenamento, né di giocare una partita del Grande Slam senza prendere antidolorifici. Il problema che ha avuto è che si è abituato a giocare con il dolore e ha visto che la maggior parte delle volte ne usciva più forte. Pensava che questa volta sarebbe stato lo stesso e invece è successo che, dopo il ginocchio, è toccato all’anca…».
Poi sul futuro di Nadal:
«Se gli offrissero la possibilità di diventare dirigente del Real Madrid, di sicuro direbbe di sì. Ora è concentrato sulla sua vita, ha un’accademia e si impegnerà di più su quel fronte».