Il quotidiano riporta che è già la seconda volta che l’attaccante del Napoli subisce il furto della propria macchina

Nella serata di ieri è stata ritrovata la macchina di Matteo Politano. Un epilogo fortunato per il calciatore del Napoli che però non era nuovo ai furti da quando è arrivato nel capoluogo partenopeo. Come riporta oggi il Corriere del Mezzogiorno infatti era la seconda volta che all’attaccante azzurro veniva rubata l’auto
È il secondo furto per Politano
“Neanche il tempo di digerire il tentato furto all’automobile di Juan Jesus che si è registrato un altro episodio con vittima un calciatore del Napoli. Si tratta di Matteo Politano, che ha subito il furto della sua vettura (una Smart) mercoledì sera mentre era a cena in un ristorante di Posillipo. È la seconda volta durante la sua esperienza napoletana che Politano vive la brutta disavventura di non trovare più la propria auto.
L’esterno offensivo del Napoli nella giornata di ieri ha sporto denuncia alle forze dell’ordine e nel pomeriggio ha regolarmente partecipato all’allenamento congiunto con la Juve Stabia. Fa riflettere, crea dibattito la sequenza di storie di criminalità con i calciatori del Napoli come vittime”.
Come dite voi a Firenze furto d’auto. Noi a Milano diciamo furto d’auto. Ci viene in soccorso una remota gag di Massimo Boldi per approcciare l’ultima inquietudine che si è impadronita di Napoli. Riecco i tentacoli della camorra che starebbe “bussando” alle porte (diciamo alle portiere) dei calciatori del Napoli per dissuaderli dal proposito di concorrere per il campionato. In nome, evidentemente, del controllo delle scommesse. Un grande classico che si rifà alla notte dei tempi, allo scudetto del 1988 che il Napoli perse in maniera poco chiara in favore del Milan berlusconiano. Seguendo il codice Agatha Christie, gli indizi sono giunti a tre: la rapina a Neres all’uscita dallo stadio, i ripetuti pedinamenti a Juan Jesus che non sono sfociati nel furto ma nel danneggiamento della sua auto e infine la Smart rubata a Politano. Tanto basta per evocare scenari apocalittici. Che al momento le forze investigative respingono con decisione. Ma da noi, diciamolo, le forze dell’ordine non sono considerate credibili. Contano la legge della strada, la legge della criminalità che seguirebbero corsie considerate preferenziali. E poi, anche questo è notorio, voce di popolo è voce di dio.