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Javier Cercas: «Non è vero che Nadal ci ha reso tutti migliori. Solo lui è stato il migliore»

Lo scrittore spagnolo su El Paìs: “Non ho idea di come sia Nadal fuori dal campo e non me ne frega niente: l’autentico sé di un tennista è nel suo tennis”

Javier Cercas: «Non è vero che Nadal ci ha reso tutti migliori. Solo lui è stato il migliore»
Spain's Rafael Nadal reacts during his men's singles match against Germany's Alexander Zverev on Court Philippe-Chatrier on day two of the French Open tennis tournament at the Roland Garros Complex in Paris on May 27, 2024. (Photo by EMMANUEL DUNAND / AFP)

“Rafa Nadal si ritira e uno, che ha passato metà della sua vita a seguirlo come un tifoso senza cervello e perfino a scrivere di lui di tanto in tanto, non sa cosa dire”. Javier Cercas non sa cosa dire. Miracoli di Nadal: lasciare senza fiato uno dei più bravi e prolifici scrittori spagnoli. El Paìs gli ha affidato uno degli editoriali sull’addio della leggenda del tennis.

Cercas ovviamente ne dà una lettura collaterale: “Mi rifiuto assolutamente di dire che Nadal ci ha reso tutti migliori, come immagino si dica spesso di questi tempi (soprattutto in Spagna). Più falso di ogni falsità. Noi, a cominciare dagli spagnoli, continuiamo ad essere un gruppo di infelici, e oggi un po’ più di ieri, perché sappiamo che non vedremo mai più giocare Nadal. In effetti, in questo momento è difficile farsi un’idea della vera grandezza di quest’uomo”.

“Lasciate stare chi dice che Nadal non era bravo tecnicamente, o che era solo un tennista difensivo, un corridore o un pallettaro (ogni volta che un analfabeta di tennis diceva queste sciocchezze, su tutti i campi da tennis professionistici risuonavano le risate malinconiche di quelli su cui, su qualunque superficie, Nadal era passato sopra come un rullo compressore). Basta aver fatto qualche passo nel tennis agonistico per sapere che, soprattutto da un certo livello, questo sport non si gioca con le mani e le braccia, tanto meno con le gambe: si gioca, soprattutto, con la testa. Negli sport di squadra ci si può nascondere; nel tennis è impossibile: sei sempre lì, davanti alla rete, solo di fronte al pericolo. Ciò significa essere permanentemente sottoposti a una tensione tremenda, alla quale pochissime persone sono in grado di resistere (e alla quale soccombono molti magnifici tennisti). In quel punto Rafa era imbattibile. È vero che aveva una tecnica superiore, una resistenza fisica disumana e una versatilità sorprendente, ma ciò che lo distingueva soprattutto, mi sembra, era la sua forza mentale: un’incredibile capacità di concentrazione, la serenità computazionale con cui gestiva i punti decisivi, il rifiuto assoluto di arrendersi. In altre parole: Nadal aveva un’intelligenza tennistica senza pari, che gli permetteva di vedere cose che nessuno vede”.

“Non ho idea di come sia Nadal fuori dal campo e, a dire il vero, non me ne frega niente: così come l’autentico sé di uno scrittore è nei suoi libri, l’autentico sé di un tennista è nel suo tennis. Quello che so è che in campo non ho visto nessuno comportarsi come Nadal”.

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