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Luna Rossa in finale della Louis Vuitton Cup. Battuta American Magic 5-3

Decisiva l’ottava regata, con American Magic. In finale affronterà Ineos Britannia, per Luna Rossa è la quinta finale dal 2000 a oggi

Luna Rossa in finale della Louis Vuitton Cup. Battuta American Magic 5-3
2024 archivio Image Sport / Vela / Luna Rossa / foto Imago/Image Sport

Luna Rossa vince e va in finale di Louis Vuitton Cup, dove sfiderà Ineos Britannia. Decisiva l’ottava regata contro American Magic, vinta nettamente dall’imbarcazione italiana. Nel computo delle regate, Luna Rossa supera 5-3 American Magic.

Luna Rossa in finale contro Ineos Britannia

Ottava regata vinta con ampio margine da Luna Rossa. Decisiva l’ottava regata, gli italiani aveva già sprecato ben tre match point. Nella notte prima dell’ultima regata, la squadra è stata impegnata nelle importanti riparazioni dopo i danni subiti ieri. In finale, quindi, affronteranno Ineos Britannia per cercare di vincere il trofeo e andarsi a giocare l’America’s Cup contro New Zealand. Per Luna Rossa è la 5^ finale dal 2000 a oggi.

Alcune parole dei protagonisti. Bruni:
«Durissima, siamo stati bravi. American Magic è stata un’avversaria difficile. Ce la siamo meritata tutti».

Spithill:
«I ragazzi questa notte hanno fatto un lavoro super, li abbiamo ripagati con questa vittoria. Gli americani sono dei lottatori, è stato difficile batterli. Giù il cappello ad American Magic».

Tutti copiano tutto, l’America’s Cup ha liberalizzato lo spionaggio industriale

Niente spie. Occhi indiscreti, denunce incrociate. Niente sospetti come in Formula 1. Nell’America’s Cup, la più importante competizione di vela al mondo, hanno liberalizzato lo spionaggio. Viene fatto alla luce  del sole dall’organizzazione stessa. Le informazioni raccolte vengono persino condivise attraverso i canali ufficiali, in modo che tutti possano accedervi. Una rivoluzione imposta dall’alto, dai vincitori e dai finalisti, ma che alla fine a creato uno strano “porno” per i feticisti della tecnologia. Lo racconta al Mundo Dan Bernasconi, direttore tecnico di Emirates Team New Zealand, i campioni in carica.

“I concorrenti lavorano duramente per due o tre anni prima dell’inizio della regata vera e propria. E, nonostante la gara abbia un grande seguito, e molti sono anche molto interessati agli aspetti più tecnici, c’era pochissimo accesso a ciò che le diverse squadre fanno per prepararsi. Volevamo colmare questa lacuna e centralizzare lo spionaggio con le squadre di ricognizione ufficiali, che lavorano per l’organo di governo, ci consente di fornire loro informazioni su base giornaliera”.

“Prima avevamo diverse barche da inseguimento che si prendevano cura di noi, una per ciascuno dei nostri concorrenti. Il fatto di centralizzare questo riconoscimento come servizio a disposizione di tutti si traduce in un notevole risparmio di denaro per i team. E, inoltre, significa anche un miglioramento delle condizioni di sicurezza”.

Per partecipare alla America’s Cup devi sottoscrivere le regole scritte dal campione in carica, in questo caso Emirates Team New Zealand, e dal primo sfidante, INEOS Britannia, quindi, di fatto, il resto dei concorrenti non ha avuto scelta che essere d’accordo…

“Sì, all’inizio c’era un po’ di scetticismo, ma ora che questo programma è attivo da un po’, tutti ne apprezzano il valore e tutti lo sostengono. Anche la qualità, sia dei video che delle foto, è davvero buona. Le regole sono chiare: c’è pochissimo spazio per proteggere le tue risorse dagli occhi delle squadre di ricognizione. Certo, non sono autorizzati ad agire all’interno delle basi, ma, una volta aperte le porte e la barca tocca l’acqua, non c’è nessun posto dove nascondersi“.

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