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Conte: «Senza coppe hai il vantaggio di poter lavorare di più ma non hai una rosa ampia»

«Lo svantaggio è che la rosa che tu fai non è competitiva come una rosa che prepari avendo le coppe. Anziché 25-26 elementi ne hai 17-18»

Conte: «Senza coppe hai il vantaggio di poter lavorare di più ma non hai una rosa ampia»
Ni Castel di Sangro 31/07/2024 - amichevole / Napoli-Brest/ foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Antonio Conte scioglie l’eterno dilemma. Meglio giocare le coppe oppure no? Per l’allenatore del Napoli ci sono aspetti positivi e aspetti negativi. Senza coppe si ha il vantaggio di avere più tempo per lavorare con la squadre. Tuttavia non si hanno a disposizione in rosa tanti giocatori competitivi. Di seguito le parole di Conte in conferenza stampa.

«Anziché 25-26 elementi ne hai 17-18 competitivi»

Meglio non fare le coppe? La risposta di Conte:

«A me piace dire sempre la verità. C’è un vantaggio e uno svantaggio. Dal punto di vista lavorativo, soprattutto per me che sono al primo, hai il vantaggio di poter lavorare di più. Quando si arriva in un nuovo club c’è bisogno di tempo. Non nego che c’è l’aspetto positivo. Lo svantaggio è che la rosa che tu fai non è competitiva come una rosa che prepari per avendo le coppe. Anziché 25-26 elementi ne hai 17-18».

Conte ha avvicinato Kvaratskhelia a Lukaku ed è nato Lukvara (Gazzetta)

Ne scrive la Gazzetta dello Sport con Antonio Giordano:

Lukaku non si è impigrito, mai: s’è calato nel ruolo, al debutto ha fatto la cosa per lui più naturale – «segno sempre all’esordio» – poi, essendo di passaggio a Cagliari, dove ha l’abitudine di non snaturarsi, s’è ripetuto per la quarta volta in altrettante gare e adesso insegue Ibra, capace di farne sei consecutivamente all’identico, malcapitato avversario. Per non deludere Conte, Lukaku non si è risparmiato, ha lasciato che i giorni di ferie divenissero «straordinari», s’è travestito da Stachanov, ha trasformato (chiaramente) lo straordinario in ordinario e poi ha dato un’occhiata alle proprie spalle.

Il socio nell’ombra Kvara se ne è stato lì, in questa sua nuova dimensione, lontano dalla corsia che lo ha esaltato e ne ha fatto l’Mvp della prima stagione, con scudetto ed incoronazione: sta battendo altri sentieri, Conte lo ha avvicinato alla porta, di certo a Lukaku, perché si «sentano», si «annusino», si «sfiorino». E, dopo aver provveduto a stappare il suo campionato con il Bologna, ecco Cagliari che sa di lui, dei suoi strappi classici, della sua eleganza di governare il pallone nell’allungo – un tocco, due – e di addobbarlo con la soluzione meno prevedibile, palla sul primo palo. Lukaku è una garanzia, lo dice il suo vissuto; e Kvara è luce che si sprigiona, ancora e di nuovo, su un Napoli che s’illumina di loro: si chiamano Lukvara, i «mostri» di bellezza.

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