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Lo psicoterapeuta di Fagioli: «Se Spalletti lo convocasse in Nazionale sarebbe un messaggio educativo per chi ha lo stesso problema»

A Tuttosport: «La sentenza della Figc è un po’ un’ipocrisia: se un calciatore si rovina scommettendo su altri sport alla Federcalcio non interessa, l’importante che non scommetta sul calcio»

Lo psicoterapeuta di Fagioli: «Se Spalletti lo convocasse in Nazionale sarebbe un messaggio educativo per chi ha lo stesso problema»
Db Torino 14/05/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Nicolo’ Fagioli

Tuttosport ha intervistato oggi Paolo Jarre, lo specialista che ha in cura Nicolò Fagioli per i suoi problemi di ludopatia. Il calciatore della Juve che è stato squalificato per questo motivo, è al termine del suo percorso e tra poco potrà tornare in campo

Che tipo di paziente è Nicolò?

«Appare un po’ fuori dallo stereotipo del calciatore “viziato”, è una persona riflessiva e consapevole. Però non c’è intelligenza o sensibilità che protegga dalla vulnerabilità verso questa tipo di dipendenza. È abbastanza imprevedibile, si poggia in parte su base genetica in parte su base personale, ma totalmente “interclassista”».

Il fatto che Fagioli abbia preso coscienza del problema è stato un aiuto importante nella terapia?

«Quando uno chiede aiuto non dico che è a metà del percorso ma ne ha fatto un buon tratto: sul gioco azzardo e l’alcol, che sono comportamenti legali, è molto frequente che le persone neghino il problema».

Il fatto di avere tanti soldi facilita la dipendenza? «No, né la facilita né la complica. Inizialmente può dare il senso di poter controllare il gioco perché uno può permettersi di scommettere. Poi però il gioco è fatto per fare perdere il controllo alle persone, se uno ha mille si gioca mille, se ha un milione gioca un milione. Da intrattenimento diventa trattenimento e poi dipendenza, come è accaduto a Nicolò: il paradosso è che gli scommettitori pensano di poter recuperare con lo stesso strumento con cui hanno perso, in realtà più giocano e più perdono, è una legge matematica stabilita dal banco».

Fagioli e la Nazionale

Come dice lei, è un’illusione più che una speranza la chiamata di Spalletti…
«È uno stimolo, sarebbe importante se Spalletti ne tenesse conto dal punto di vista educativo perché arriverebbe un messaggio forte per gli altri giovani che hanno lo stesso problema: se ci si cura, si ottengono risultati anche nella propria professione. Ovvio che a Nicolò manchi giocare a calcio, ma più ancora gli manca lo spogliatoio prima e dopo la partita. Se gli avessero dato un mese in meno di squalifica, avrebbe avuto più tempo per cercare di strappare la convocazione in azzurro».

A proposito di squalifica, la sentenza della Figc è stata innovativa…

«Certo, è la prima volta che la giustizia sportiva commuta una parte della squalifica in una prescrizione terapeutica. Fagioli ha aperto una strada in Italia, ma non ha tanto digerito la squalifica perché non ha commesso un illecito. È un po’ un’ipocrisia: se un calciatore si rovina scommettendo su altri sport e diventa ricattabile alla Federcalcio non interessa, l’importante che non scommetta sul calcio. Ma quello che rende vulnerabile un giocatore è scommettere d’azzardo…»

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